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condusse in quel medesimo giorno ad incontrarmi leggendo la santa scrittura in quelle parole: Egli è esaltato siccome principe e salvatore, perchè concede ravvedimento e perdono. Messo giù il sacro volume, con le mani e il cuore sollevati al cielo, in una specie d’estasi di gioia, esclamai ad alta voce: «Gesù, tu figlio di Davide! Gesù, tu esaltato principe e salvatore, tu dammi ravvedimento!» Fu questa la prima volta in tutta la vita mia che potei dire, nel vero significato della parola, di avere pregato il Signore; perchè tal mia preghiera fu fatta con accorgimento del mio stato, con una vera speranza evangelica fondata su l’incoraggiamento venutomi dalla parola di Dio. D’allora in poi posso dire d’aver cominciato a sentire in me la fiducia che Dio m’ascolterebbe.

Ora sì principiai a spiegare nel vero loro senso le parole dianzi commemorate: Chiamami, ed io ti libererò: senso ben diverso da quello ch’io aveva dato loro in addietro. In quel tempo non era in me idea d’altre cose cui si potesse dar nome di liberazione fuor dell’essere io liberato dalla mia cattività; perchè, se bene io mi trovassi in un luogo ampio, quest’isola era del certo una prigione per me, nel più tristo significato di tale parola. Ma adesso imparai a ravvisare sotto un altro aspetto le cose. Volsi addietro lo sguardo alla mia