Pagina:Avventure di Robinson Crusoe.djvu/365

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della seconda scialuppa, me li dipinse per fior di cialtroni e fatti accaniti dalla disperazione a persistere nella scellerata impresa già incominciata. A questo punto non mi dissimulò quanta paura avesse che fossimo troppo pochi contro di loro.

— «Ma, caro mio, gli risposi sorridendo, uomini ridotti alle nostre condizioni devono passar sopra a qualunque paura. Poichè non v’è immaginabile condizione umana che non sembri migliore di quella in cui ci troviamo ora, sia vita, sia morte, la conseguenza de’ tentativi che siamo per intraprendere, sarà sempre una liberazione. Per parte mia almeno... Ve l’ho già contata la mia vita. Vi pare che sia sparsa di rose? Vi pare che non meriti l’incomodo di essere rischiata per cambiarla in uno stato meno cattivo? Ma dov’è andata a stare, mio capitano, quella vostra fiducia che vi aveva sollevato lo spirito momenti fa, la fiducia ch’io fossi stato preservato dal cielo per operare ora la vostra salvezza? Non mi perdo tanto d’animo io. Guardate! in tutto questo apparato di cose io ne vedo una soltanto che mi dà dispiacere.

— Ed è?

— Che in tutta quella ciurma vi sieno tre o quattro buoni diavolacci, come avete detto voi, che sarebbero da salvare. Io vorrei in vece che sol tutta la schiuma di canaglia del vostro vascello fosse là in quella scialuppa, e direi che la Providenza divina gli ha cerniti dal restante per darceli tutti nelle mani. Perchè, contate bene su ciò: ognun di loro che approderà a questa spiaggia è cosa nostra e da noi dipenderà il concedergli la vita o dargli la morte secondo i suoi portamenti.»

Nel dir queste parole innalzai tanto la voce, feci una cera sì allegra, che gl’infusi una parte del mio coraggio; onde procedemmo più vigorosamente entrambi a dar que’ provvedimenti che allora si convenivano.

Fin dal momento che comparve la seconda scialuppa staccatasi dal bastimento, pensammo a separare i prigionieri, e rispetto a ciò veramente disponemmo con sicurezza le cose. Due di costoro, de’ quali il capitano si fidava men che degli altri, li mandai, scortati da Venerdì e da uno de’ miei liberati ospiti, alla mia caverna ove erano in bastante lontananza e fuor del caso di esser uditi e scoperti o di trovar la via d’uscire da que’ boschi, se fossero giunti a liberarsi da sè medesimi. Furono lasciati legati in quel fondo, ma non privi di