Pagina:Avventure di Robinson Crusoe.djvu/392

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comparirete per reclamare le vostre sostanze, non dubito punto che non vi saranno restituite, salvo quelle rendite annuali od avanzi che sono già stati distribuiti in opere di pietà: su quelli non dovete più contare. Una cosa su cui potete star con l’animo in pace, si è che l’intendente del demanio per la parte di rendite che toccava al re, il provveditore del convento per l’altre due parti, ciascun di questi dal canto suo si è dato ogni debita cura affinchè il vostro socio gli desse ogni anno il fedel conto delle rendite della piantagione e gli sborsasse, come è stato fatto, la parte che gli perveniva.

— Sapete a un dipresso a che monti ora la rendita della piantagione? Non vorrei fosse tale che non mi francasse l’incomodo d’una mia comparsa sul luogo; oltrechè, chi sa quante obbiezioni mi si moveranno per non lasciarmi andare a possesso della mia metà.

— Il grado di miglioramento cui sia arrivato il fondo non ve lo potrei dire con precisione: so per altro che il vostro socio è divenuto straordinariamente ricco su la sola meta di rendita a lui competente. In oltre, se mi ricordo bene, mi fu detto che il terzo del re, passato nelle mani non so se d’un altro convento o di qualche pia istituzione, fruttava a un dipresso dugento moidori. Circa poi ad obbiezioni per tornare a possesso del vostro, mi pare fuor di dubbio che non ne incontrerete, tanto più che vive il vostro socio per attestare il vostro diritto, e d’altronde il vostro nome e iscritto nel registro di popolazione di quel paese.»

A mio maggiore conforto aggiunse, che gli eredi de’ miei fidecommissari erano persone da bene e ricchissime; onde non solo m’avrebbero assistito negli atti da farsi per la ricuperazione delle mie sostanze, ma avevano del mio nelle mani una ragguardevole somma, formata dalla metà delle rendite della mia piantagione ricevute dai padri loro prima della morte, onde, come si è detto, i diritti su tali proprietà vennero ceduti a nuovi usufruttuari. Quando avvenne un tal cambiamento erano trascorsi, egli mi disse, circa dodici anni. Mi mostrai piuttosto angustiato di ciò.

— «Ma come, tornai a domandargli, i fidecommissari hanno potuto permettere che si disponesse in tal guisa delle cose mie, s’io aveva fatto testamento e lasciato voi erede universale sotto certi patti? Vi è forse ignoto?

— No; quanto dite è vero. Ma siccome non vi erano prove della vostra morte, io non poteva fare i miei atti in qualità di esecutore