Pagina:Avventure di Robinson Crusoe.djvu/517

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robinson crusoe 457

perchè tutte cinque erano piene di buona volontà, tranquille, docili, sottomesse, piuttosto schiave che mogli; ma intendo dire che in due non si scorgeano nè la capacità nè l’accorgimento nè l’industria, molto meno quella cura di esterna mondezza che scernevate nell’altre.

Una seconda osservazione io devo fare ad onore della diligenza e solerzia d’una parte di quegl’Inglesi e a disdoro della infingarda, negligente, sfaccendata indole dell’altra; ed è che (ebbi occasione di avvedermene nell’andare ad esaminare ciascun miglioramento, piantagione e colto di ognuna delle due piccole colonie) i due della prima superavano senza confronto i due della seconda. Certo avevano entrambi posto a coltura tanto spazio di terreno quanto era proporzionato al grano di cui ciascuno abbisognava, e in ciò seguivano la mia regola, che è pur quella della natura, la quale insegna di per sè stessa non esservi un proposito di far una semina più vasta del grano che si può smaltire; ma la differenza delle arature, dei piantamenti, delle siepi e d’altre simili opere si vedeva in un batter d’occhio.

I due galantuomini aveano piantato un numero sì sterminato di giovani arbuscelli intorno alle loro baracche, che quando arrivavate sul luogo, non vedevate altro che bosco. Laonde, se bene abbiano avuta due volte la disgrazia di vedere le loro piantagioni distrutte, una dagli stessi loro compatriotti, l’altra dal nemico, come si dirà a suo luogo, le rimisero di nuovo e tutto in breve tempo si vedea prosperare e fiorire intorno alle loro abitazioni non meno di prima. Aveano piantate in bell’ordine di filari le viti e sì bene distribuito il loro vigneto che ne ottenevano grappoli da stare a petto con le vendemmie del più ammaestrato vignaiuolo; e sì non aveano mai veduto fare di tali cose. S’ingegnarono anche da sè stessi di trovar fuori un nascondiglio opportuno nella più fitta parte de’ boschi, ove, benchè non avessero una caverna naturale, come n’ebbi la sorte io, non perdonando a fatiche se la scavarono con le proprie braccia, e tale che dentro questa, allorchè avvenne l’infortunio che dovrò descrivere, assicurarono le mogli e i loro fanciulli in guisa che non vennero scoperti giammai. Col piantare indi innumerabili pali di quel legno che, come ho detto altrove, crescea sì presto, resero il bosco impenetrabile, eccetto alcuni luoghi ove si arrampicavano per uscirne fuori, procedendo indi per sentieri battuti da loro e da loro conosciuti.

Quanto ai cialtroni, come fin qui aveva ragione di continuarli a