Pagina:Avventure di Robinson Crusoe.djvu/520

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non dovevano in tali occasioni prendersi altra sollecitudine fuor quella di tenersi ben celati. In fatti, se faceano tanto di non essere veduti dai selvaggi, questi, terminata la loro operazione, se ne andavano quietamente, ignari affatto com’erano che l’isola fosse abitata. Perciò quando si davano simili sbarchi non avevano a far altro che darne per tempo la notizia alle tre divisioni della colonia, non mostrarsi, e appiattare unicamente in luogo opportuno una sentinella che gli avvertisse quando i selvaggi aveano nuovamente salpato.

Ciò senza dubbio era stato pensato ottimamente; ma questa volta sopravvenne tal disgrazia, che rese inutili tutte queste previdenze, e poco mancò non fosse cagione d’esterminio all’intera colonia. Poichè i canotti de’ selvaggi se ne furono andati, gli Spagnuoli si diedero a spiare attorno, e alcuni di loro si recarono sul luogo ove erano stati i selvaggi, per semplice curiosità di veder che cosa costoro avessero fatto. Quivi con grande stupore trovarono tre selvaggi che lasciati addietro dai compagni, dormivano della grossa su l’erba. S’immaginarono quindi, o che ingozzatisi da vere bestie dell’orrido loro pasto, si fossero così profondamente addormentati e resi incapaci di moversi, o che, avendo vagato alla ventura pe’ boschi, non avessero raggiunto a tempo d’imbarcarsi con essa il resto della brigata.

A tal vista gli Spagnuoli non rimasero meno sorpresi che imbarazzati sul modo di contenersi. Il governatore che si trovò a caso con essi, consultato su questo proposito, rispose candidamente di non saperlo nemmen lui. Se si trattava di farli schiavi, ne aveano di già abbastanza; accopparli non v’era un di loro cui questo espediente non ripugnasse. «Non potevamo intorno a ciò, mi diceva il governatore spagnuolo, nemmeno pensarci a spargere un sangue in sostanza innocente, perchè, che ingiuria aveano fatta a noi quelle povere creature? Aveano forse invase le nostre proprietà? Che motivo di doglianza ci aveano dato per torre ad essi la vita?» E qui mi piace il rendere una giustizia a quegli Spagnuoli. Che che possa dirsi delle crudeltà che quelli di lor gente hanno esercitate nel Messico e nel Perù, in nessun paese mi son mai incontrato in uomini di qualsivoglia nazione che fossero sott’ogni aspetto così modesti, temperanti, virtuosi, d’indole piacevole e cortese come que’ miei settanta Spagnuoli; di crudeltà non ce n’era il vestigio nell’indole loro: non di austerità che sentisse d’inumano; non di barbara rozzezza, non di disposizione ai rancori; e tuttavia ognun d’essi andava dotato di