Pagina:Avventure di Robinson Crusoe.djvu/534

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472 robinson crusoe

Nessuno degli schiavi ebbe moschetto o arma da fuoco: ciascuno ricevè o un’alabarda o una specie di bastone a due punte, ad ognuna delle quali era legato un acuto chiodo ed un’azza a fianco; d’un’azza parimente fu provveduto ogn’altro combattente. Non vi fu modo d’impedire a due di quelle donne il mettersi in linea di battaglia. Armatesi queste di archi e frecce che gli Spagnuoli raccolsero nell’ultima battaglia avvenuta fra selvaggi e selvaggi da me precedentemente descritta, ebbero anch’esse ciascuna un’azza.

Il governatore spagnuolo, di cui ho parlato le tante volte, comandava l’intero esercito; sotto di lui Guglielmo Atkins cui, se bene uom da temersi per la sua mariuoleria, non si potea negare il pregio d’un indomabil coraggio. I selvaggi venivano innanzi come leoni, e per maggiore calamità dei coloni, questi secondi non avevano per sè il vantaggio della posizione. Solamente Guglielmo Atkins, utilissimo, siccome ho detto, in simili casi, fu collocato con sei uomini dietro una fitta siepaglia, a guisa di posto avanzato e con istruzione di lasciar passare la prima fila nemica, di far fuoco su quella di mezzo; poi, ciò eseguito, di eseguire la sua ritirata con ogni prestezza possibile, girando attorno al bosco e venendo a porsi dietro agli Spagnuoli, il cui agguato veniva protetto da un folto gruppo d’alberi posti dinanzi a loro.

Quando i selvaggi furono sotto il tiro, si sparpagliavano in bronchi da tutte le bande senza nessun principio d’ordine. Guglielmo Atkins ne lasciò passare circa una cinquantina, poi veduti venire in folla gli altri, ordinò a tre de’ suoi compagni di sparare i loro archibusi carichi con sei o sette palle del calibro delle più grosse da pistola. Quanti selvaggi uccidessero o ferissero, nol seppero; ma la costernazione e lo stupore nato fra questi non è atto a descriversi: rimasero atterriti non si può dir quanto all’udire un sì spaventoso rimbombo e al vedere tanti dei loro quali uccisi, quali storpiati, senza capire donde le botte venissero. In mezzo a questo loro sbalordimento, Guglielmo Atkins ordinò agli altri tre una seconda scarica sul più fitto di quella bordaglia, poi una terza ai primi che in men d’un minuto aveano tornato a caricare le loro armi.

Se, a norma degli ordini che avea ricevuti, Guglielmo Atkins si fosse ritirato dopo la prima scarica, o se il rimanente del piccolo esercito gli fosse stato da presso per fare un fuoco continuo, i selvaggi sarebbero stati posti allora allora in una rotta la più compiuta,