Pagina:Avventure di Robinson Crusoe.djvu/578

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che sono, posso dire, vostri sudditi di conquista. Vi è una massima, signore, che è, o dovrebbe essere adottata da tutti i Cristiani, a qualunque chiesa o supposta chiesa appartengano; ed è quella di propagare la fede cristiana con tutti i possibili mezzi ed in tutte le occasioni possibili. Fondata su questo principio la nostra chiesa manda missionari nella Persia, nell’India e nella China; e quelli del nostro clero anche collocati ne’ più alti gradi, imprendono volontari i più rischiosi viaggi, s’adattano a dimorare con estremo pericolo fra uomini barbari e sanguinolenti col solo fine d’insegnar loro a conoscere il vero Dio, e d’indurli ad abbracciare il cristianesimo. Voi qui, signore, avete tale opportunità di condurre dall’idolatria alla conoscenza di Dio trentasei o trentasette poveri selvaggi, che io non comprendo, ve lo confesso, come vi siate lasciata sfuggire questa occasione di fare un’opera buona, per cui sarebbe un tempo preziosamente impiegato l’intera vita d’un uomo.»

Rimasi mutolo all’udire questo rimprovero, nè trovai una parola per rispondere. Mi stava innanzi lo spirito del verace zelo di un Cristiano pel suo Dio e per la sua religione (ch’io qui non faceva distinzione nel genere di particolari principî professati), ed io per l’addietro non aveva mai avuto nel mio cuore un sentimento di questa natura, e credo forse che non ci avrei mai pensato. Io riguardava que’ selvaggi semplicemente come schiavi, e se avessimo avuto in che farli lavorare, gli avremmo trattati in tal qualità, o saremmo stati ben contenti di farli trasportare in qual si fosse parte del mondo; perchè tutto l’affar nostro era spacciarci di loro e avremmo avuto la massima soddisfazione di saperli in qualunque remota contrada, purchè non vedessero più mai la nativa. Ma questa volta, lo ripeto, mi pose in tanto imbarazzo un tale discorso che non seppi qual cosa rispondere. Si accorse alcun poco di questo stato dell’animo mio il buon prete; onde mi disse affettuosamente:

— «Signore, mi spiacerebbe se vi avessi offeso in qualche maniera.

— No no: non m’offendo con altri, gli risposi, che con me stesso; ma non vi so or descrivere in quale stato di confusione si trovi il mio spirito non tanto al considerare che non ho mai posto mente alle cose che mi dite adesso, quanto al pensare che non mi resta più il tempo di riparare la mia ommissione. Le circostanze che mi stringono in questo momento voi le sapete. Mi vedo obbligato al viaggio