Pagina:Avventure di Robinson Crusoe.djvu/627

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robinson crusoe 555

padrona, e il figliuolo di lei si trovava sì rifinito ch’io credea stesse morendo; nessuno di noi potè dunque aprir l’uscio della stanza, nè per conseguenza raccogliere alcun che sul motivo da cui procedea tutto questo sconquasso. Erano già due giorni che non avevamo veruna relazione con la ciurma del vascello, niuno della quale si lasciò più vedere dopo averci detto che non avevano più un morsello di sostentamento nemmen per sè stessi. Anzi in questi due giorni pensarono, come me lo hanno raccontato da poi, che tutti e tre fossimo morti. Tale era il caso nostro quando ne foste mandato dal cielo a salvare quelle vite di noi che potevano ancora esser salvate. In quale stato ci trovaste lo sapete al pari e anche meglio di me.»

Tal fu la relazione di quella giovine; pittura la più precisa degli stenti della fame portata all’ultimo grado; la qual disgrazia, in mezzo a tutte le mie traversie, non mi essendo mai intervenuta, confesso che fu un racconto per me interessantissimo. Tanto più inchino a crederne i particolari, chè una gran parte di essi mi era stata raccontata precedentemente dal giovine padrone della mia narratrice; non per altro, bisogna dirlo, sempre con ugual nitidezza, e ne è chiaro il perchè. Gli pesava troppo l’idea d’avere forse avuta salva la vita a costo dei giorni della sua buona madre; la povera cameriera al contrario non poteva avere ritegno rispetto alla sua padrona; perchè, se bene essendo dotata di una complessione più robusta di questa donna attempata e in oltre assai cagionevole, potesse lottare più a lungo con la fame, pure fu ridotta agli estremi un po’ più presto di questa stessa padrona, che si serbò fino all’ultimo (ed era da compatire poichè lo faceva pel figlio) una briciola di pane senza farne parte ad una sì amorosa servente. Non v’ha dubbio che, ammessa la verità del caso qui raccontato, se il nostro vascello, o qualchedun’altro, non fosse stato condotto da una grazia speciale della providenza a scontrarsi in que’ poveri sgraziati, fra pochi giorni sarebbero stati tutti morti, quando mai non si fossero sbramata la fame col mangiarsi a vicenda. E ciò ancora gli avrebbe tenuti in vita ben poco, perchè erano lontani cinquecento leghe da qualunque terra e posti fuor d’ogni possibilità di un soccorso che non fosse miracoloso, come fu appunto un vero prodigio l’abbattersi in noi. Ma si lasci questa digressione, e si torni alle disposizioni che lasciai per la mia colonia da cui mi partiva.

Vi ho parlato de’ pezzi d’un palischermo da connettersi insieme