Pagina:Avventure di Robinson Crusoe.djvu/695

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consuete e ben note a chiunque s’intende di marineria. Rimasero contemplandoci per qualche tempo, e noi eravamo alquanto sorpresi perchè non potevamo immaginarci qual disegno gli avesse condotti ivi. Ad ogni buon fine volemmo metterci al sicuro. Alcuni di noi entrarono nel bastimento ed altri mandarono giù a quelli delle scialuppe armi e munizioni, affinchè si potessero difendere, se ne fosse venuto il bisogno. Vedemmo poi che non ci era mai stato sì grande, perchè que’ mascalzoni, dopo una consulta fra loro che durò meno d’un quarto d’ora, convennero, sembra, nel sentenziare naufragato il nostro bastimento. Secondo loro, eravamo tutti all’opera per salvarlo, o se non altro, per salvare le nostre vite col soccorso delle scialuppe; anzi al vederci trasportare in esse i moschetti giudicarono che cercassimo mettere in salvo ciò che potevamo delle nostre mercanzie. Dietro queste congetture, ebbero per dato incontrastabile che noi spettavamo ad essi per diritto di buona cattura, e tosto ci vennero in verso, come in linea di battaglia.

I nostri, al veder tanta gente, cominciarono a spaventarsi, chè veramente non eravamo nella più bella posizione, onde si diedero a gridar forte per sapere che cosa dovevano fare. Comandai tosto ai lavoranti delle armature di atterrarle, a quelli delle scialuppe di abbandonarle e di venir tutti a bordo. Intanto que’ pochi che vi erano già s’adoperarono con quanta forza e braccia avevano per raddirizzare il bastimento. Ma nè i lavoranti alle armature nè quelli della scialuppa poterono eseguire gli ordini ricevuti prima che i Cochinchinesi lor fossero addosso; e già due barconi di barbari, investita la scialuppa, si accingevano ad impadronirsi di chi vi stava entro.

Il primo de’ nostri che agguantarono fu un Inglese, pezzo d’uomo nerboruto e gagliardo, il quale avendo un moschetto in mano, con mia grande sorpresa, non se ne servì punto, anzi lo mise giù, ch’io gli diedi del matto in mio cuore; ma non tardai a vedere che sapeva il fatto suo meglio di quanto io glielo avessi potuto insegnare. Abbrancato con quanta forza aveva un de’ suoi pagani aggressori, sel trasse dentro con una forza da leone nella scialuppa, ove tiratolo per le orecchie gli fe’ batter la testa sì spietatamente contro al parapetto della barca che non la sollevò mai più. Intanto un Olandese che gli era da presso, preso su il moschetto, lavorò sì bene col calcio di esso, che stramazzò cinque di que’ barbari mentre si provavano ad