Pagina:Avventure di Robinson Crusoe.djvu/91

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robinson crusoe 71

trentasei lire sterline, alcune monete d’Europa, altre del Brasile, alcune quadruple ed altre monete d’oro e d’argento.

Risi fra me stesso alla vista di questo danaro, e ad alta voce esclamai: «Robaccia, a che cosa sei buona? Tu non mi giovi a nulla, affatto nulla! non compensi l’incomodo di levarti da terra; un di questi coltelli val più di tutto questo tuo mucchio. Di te non saprei in che modo servirmi; dunque resti dove sei, ed affondati col resto del vascello; tu non sei tal creatura, che meriti le sia salvata la vita.» Nondimeno dopo una seconda considerazione la presi tutta questa robaccia, e l’avvolsi entro un pezzo di tela da vele.

Io m’apparecchiava a fabbricarmi una nuova zattera, quando vidi annuvolarsi il cielo e nel tempo stesso, fattasi sempre più commossa l’aria, un vento freddo cominciò a soffiar dalla spiaggia. Capii allora, quanto divenisse per me inutile il fabbricarmi una zattera, poichè spirando il vento dal lido tutto il mio pensiere doveva in quel memento consistere nel cercare di esser via di lì prima dell’alzarsi della marea, altrimenti la spiaggia non l’avrei raggiunta più mai. Postomi per conseguenza a nuotare, attraversai il canale frapposto tra il vascello e il banco di sabbia, nè ciò senza le sue buone difficoltà, cagionate in parte dal peso delle cose ch’io mi portava meco, in parte dall’agitazione dell’acque, perchè il vento incalzando sempre di più, la piena burrasca avea già preceduta la grossa marea.

Con tutto ciò raggiunsi la mia piccola tenda, sotto la quale mi coricai con tutte le mie sostanze dintorno a me, poste al sicuro. Il turbine infuriò tutta la notte, e la mattina guardando attorno vidi sparita ogni traccia del vascello; novità che mi sorprese alcun poco, ma mi condusse ad un tempo ad una soddisfacente considerazione; quella cioè di non aver perduto tempo od omessa veruna sorte di diligenza per trarre al lido quante cose del vascello stesso potevano giovarmi, onde ben poche altre mi sarebbe rimasto a raccorne, se ne avessi avuto il tempo.

Allora cessai affatto di pensare al vascello e alle sue pertinenze, o, se ci pensai, fu soltanto a que’ rimasugli del suo secondo naufragio che la marea avrebbe potuto portare alla spiaggia, come veramente qualche tempo appresso ce ne vennero diversi frantumi, ma di ben piccolo uso per me.