Pagina:Büchler - La colonia italiana in Abissinia, Trieste, Balestra, 1876.pdf/48

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Persuasi finalmente di non poter venirne a capo, e stanchi della misera vita che traevano, girarono verso i paesi Galass al sud-ovest dell’Abissinia, trattando assai bruscamente e colla solita alterigia i servi della carovana, sì che questi, stanchi dei mali trattamenti, si rivoltarono e li misero a morte.

A tal fine conducono la ingiustificata arroganza e la eccessiva presunzione!

Al governo francese stava però sempre a cuore il possesso di quei luoghi; ma non ostante aveva fin dapprincipio negato appoggio ed assistenza al sig. Stella, solo perchè italiano.

Io feci allora a quest’ultimo un’osservazione, che mi parve sanissima ed opportuna: gli chiesi per qual motivo, egli, italiano, non si fosse rivolto fino dalla prima volta al proprio governo, anzichè offrirsi agli stranieri: l’Italia ci doveva trovare il suo tornaconto nell’appoggiare e sviluppare una colonia nell’Abissinia.

Il signor Stella mi rispose francamente ch’egli era stato soltanto missionario incaricato di propagare la religione cristiana in quei paesi, e che, quella volta, i missionari erano assai protetti dai Francesi.

Mi faceva osservare che allora l’Italia era impegnata nella lotta suprema per la sua unità ed indipendenza, e che quindi il governo aveva altri maggiori interessi da curare che non pensare a colonie; e perciò egli s’era rivolto alla Francia nella speranza di un valido e leale patrocinio. Ma colla massima delusione aveva dovuto ricredersene e, preso da giusta collera, avea dato le sue dimissioni da missionario, ciò che gli avea procurato in seguito ogni sorta di vessazioni da parte degli incaricati di Francia in molti paesi dell’Abissinia.

Il console francese Munzingher, residente a Mas-