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— Ah curiosetto! E che cosa le importa, di grazia?
— Via, babbo, mi contenti e mi dica quanto spenderebbe....
— Che so io? Venticinque o trenta lire? Ho intenzione di farti un giacchettino di panno e un cappellino di quelli che costumano ora, con la tesa arricciata; poi ti comprerò qualche balocco, o un cavallo, o un fucilino.... Si vedrà.
— O senta, babbo, io le vorrei proporre una cosa, a patto però che non mi gridi.
— Avanti, purchè tu ti spicci; gli è tardi.
— Io del vestito e del cappello potrei benissimo farne a meno; ci ho quelli d’anno che son sempre buoni.... Non è vero, mamma?
— Non c’è male, ma....
— Ma non usan più, voleva dire, eh? Ebbene, a me non m’importa nulla di far la moda; quando son pulito e piaccio a loro, son più che contento; dunque io desidererei che di queste spese non se ne facesse nulla; in quanto a’ balocchi poi....
― Quelli li vuoi di sicuro, non è vero? ― domandò sorridendo il babbo.
― Ma le pare, seguitò il fanciullo, alzandosi sulla punta de’ piedi ― che io sia un bambino da balocchi? Non vede come son grande? Altro che gingilli! Bisogna che studi, io!
― O allora, ― esclamarono i genitori pieni di maraviglia ― non vuoi nulla?
― Anzi, voglio tutto,... ― replicò Masino ridendo allegramente.
― Chi t’intende è bravo; ― disse il padre alzan-