Pagina:Baccini - Memorie di un pulcino, Bemporad & Figlio, Firenze, 1918.djvu/155

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i — 149 — lasciare in pace la mamma e d’imparare a volare e a mangiare da sè.... — Il mangiare non mi resta difficile; — balbettai con le lacrime agli occhi — sono parecchi giorni che acchiappo moscerini e vermiciattoli; ieri mi ingegnai perfino di dare una beccata a una vespa; ma se non son lesto a far cilecca, mi buca un occhio! — Queste notizie mi fanno molto piacere. Io amo i passerottini coraggiosi, che hanno voglia di lavorare e di farsi uno stato! Con le vespe però non sarà male aver prudenza! — È quel che gli vado predicando anch’io, — disse svolazzando la mamma, fìngendo di accudire a certe sue faccenduole, ma in sostanza tutta intenta a non perdere una sola parola della nostra conversazione. — Bene, bene!... Purché non si cada nel- 1’ eccesso opposto, cioè nella vigliaccheria. B per non caderci, cominciamo subito stamani la nostra prima lezioncina di volo. Guarda, (ìigino, quel pèsco accanto al nostro albero. — Scusa; — interruppe mia madre volgendosi al babbo — ma non ti pare che Gigino 11 — BàCCINI, Memorie d’un Pulcino, ecc. — 150 —