Pagina:Baccini - Memorie di un pulcino, Bemporad & Figlio, Firenze, 1918.djvu/207

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hì, — 201 — zoli più grossi e i bachi più appetitosi, tanto che la mia vita era diventata un paradiso. Come Dio volle, in capo a un certo tempo, Giorgina, così si chiamava la mia sposa, divenne madre di dodici figliolini, uno più vispo dell’altro. Mentre covava le uova da cui dovevano uscire i nostri figliuoli, aveva un monte d’inquietudini a loro riguardo e spesso neppure le mie parole, improntate della più illuminata esperienza, valevano a tranquillizzarla. Sarebbero stati sani i piccini ? Ohi avrebbe loro insegnato a camminare, a mangiare, a parlare ? Avremmo potuto, noi due soli, bastare a tanto ! E se non ci fossimo riusciti, qual sorte era riserbata a quelle creaturine? E io a ripeterle continuamente: — I nostri pulcini nasceranno sani e robusti, perchè noi pure siamo tali. Il buon Dio avrebbe sciolto le loro gambette non appena fossero usciti dal guscio: e in quanto al mangiare non si prendesse fastidio : i pulcini non hanno mai avuto bisogno, per questa scienza, di speciali lezioni. — —