Pagina:Baccini - Memorie di un pulcino, Bemporad & Figlio, Firenze, 1918.djvu/235

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229 — colpo e forse dalle molte pedate ricevute dal signorino, si precipitò nell’orto come un forsennato, corse addosso alle mie povere creature (erano nove!) e le trucidò barbaramente, senza tener conto dei loro gemiti e dello star- nazzìo delle piccole ali palpitanti. Io feci per slanciarmi in aiuto delle vittime, ma un grido di suprema angoscia mi trattenne. Mia moglie guarita in modo istantaneo dal calcinaccio, esalava il suo spirito innocente, fulminata dalla paura. Accorsero tutti: ma a che prò? Il cane ebbe un carico di legnate, la signora Carolina si mise a piangere, l’Enrichetta raccolse pietosamente in grembo i defunti: ma cessai per 16 — Baccini, Memorie d’un Pulcino, ecc. — 230 —