Pagina:Baccini - Memorie di un pulcino, Bemporad & Figlio, Firenze, 1918.djvu/239

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233 — ribile strage commessa o, come è forse più probabile, il diluvio di bastonate che gli piovve sulla schiena, egli evita più che può la mia presenza. Se io, in preda ai miei tristi pensieri, erro nei vialetti che rimangono a levante del giardino, si può star sicuri che Medoro è a ponente. Una volta, un’ unica volta, egli tentò di avvicinarsi a me tenendo in bocca una grossa farfalla ancora palpitante. Capii che era un delicato omaggio reso alla mia sventurata condizione e forse, chi sa? un timido tentativo di pace ; ma io lo guardai con tal piglio severo e dignitoso insieme, che l’assassino si allontanò mogio mogio, con la coda fra le gambe. (Qui v’ è un’ altra interruzione nel manoscritto, che diventa sempre più difficile a decifrarsi : i periodi sono corti e spezzati, la calligrafia orribile, una vera calligrafia da galline, tanto che mi par d’esser ritornata maestra, quando correggevo le lezioni dei miei scolaretti. Questi segnali mi fanno capire ch