Pagina:Baccini - Memorie di un pulcino, Bemporad & Figlio, Firenze, 1918.djvu/92

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e allora il cane gli si slanciava addosso e con un bravo morso lo costringeva a lasciar la preda; il gatto, stizzito, gonfiava la coda, soffiava e con le zampine alzate, ritornava alla carica.

Insomma era una commedia; chi sa come mi ci sarei divertito, se la paura non mi avesse fatto ge-

lare quel po’ di sangue contenuto dal mio povero corpicciuolo. A un tratto il gattino esce precipitosamente di sotto il letto e salta su una seggiola vicino ad una toelette; il cane non fa discorsi; gli corre dietro e si slancia sulla seggiola; il gatto soffia e in un batter d’occhio è ritto sulla cornice dello specchio, che stava sulla toelette, il cane non si dà per vinto e abbaiando furiosamente tenta d’acchiapparlo; il gattino allora, impaurito sul serio, salta dalla spera, e la spera, urtata con troppa violenza, cade rumorosamente in