Pagina:Baccini - Memorie di un pulcino, Bemporad & Figlio, Firenze, 1918.djvu/96

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Ma quella buona donna (guardate alle volte come le persone si giudicano male!) messe bravamente il suo braccio nell’acqua, e mi tirò su tutto grondante.

Nè qui ebbero fine le cure della pietosa creatura, chè portatomi in cucina e fatto subito scaldare un asciugamano, in quello avvolse il mio corpicino intirizzito, e dopo avermi per forza fatto ingoiare alcune gocce di brodo tiepido, mi portò glorioso e trionfante in un bel salottino dove stavano desinando i miei padroni.

Raccontò in brevi parole il caso compassionevole, e dopo aver ricevuto modestamente i ringraziamenti de’ due fanciulli, mi posò in terra, e fatto un bell’inchino uscì dalla stanza.

Alberto e Guido avrebbero desiderato di scender subito da tavola per venir a baloccarsi con me; ma il signor Angelo non lo permise, e disse che i bambini bene educati rimangono a tavola, finchè il desinare non è finito, e finchè i genitori non danno loro il permesso di alzarsi.

Se avessi potuto, avrei dato volentieri un bacio al sor Angelo; me ne stavo tanto bene lì fermo!

Intanto la signora Clotilde, dalle parole del marito prendeva occasione per dare a’ due bambini, e segnatamente ad Alberto, i più utili avvertimenti sul modo di stare a tavola e di mangiare.

Siccome le parole della buona signora mi rimasero impresse, credo bene di dirvele, o bambini miei; e se qualcuno di voi, dopo averle lette, diventasse un po’ più a modo e composto, mi parrebbe di aver fatto una gran bella cosa.