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come quello fatto ad una macchina. E voi avete agii maggiori ed anche relativamente una maggiore libertà; ed è appunto per questo che voi siete più istruiti, più liberi e più fortunati degli altri.
Nelle fabbriche immense costruite, dirette e sfruttate dai grandi capitali, e nelle quali non sono gli uomini ma le macchine, ad avere la parte più importante, gli operai diventano per necessità miserabili schiavi, — tanto miserabili che quasi sempre sono costretti a condannare i loro piccoli figlioli, e già ad otto anni, a lavorare 12, 14, 16 ore al giorno per pochi soldi. E non lo fanno certo per cupidigia, perchè purtroppo vi sono spinti dal bisogno. Se non facessero così non potrebbero mantenere le loro famiglie.
Questa è l’istruzione che i lavoratori possono dare ai loro figlioli. Non credo di dover spendere altre parole per provarvi, cari compagni, a voi che per esperienza lo sapete fin troppo che fino a quando il popolo lavorerà non per sè, ma per arricchire coloro che detengono la proprietà e la ricchezza, l’istruzione che il lavoratore potrà dare ai suoi figliuoli sarà sempre inferiore a quella dei figli della borghesia.
Ed ecco perciò una grande e funesta diseguaglianza sociale che necessariamente troverete alla base stessa dell’organizzazione degli Stati: una massa forzatamente ignorante, e una minoranza privilegiata, che se non è sempre molto intelligente, è in confronto assai istruita. La conclusione è facile. La minoranza istruita governerà eternamente le masse ignoranti.
E non si tratta solo di una diseguaglianza naturale degli individui; ma è invece una diseguaglianza alla quale dobbiamo rassegnarci per forza. Vi è chi ha una costituzione più felice di un altro, e c’è chi nasce con doti naturali di intelligenza e di volontà più grandi di un altro. Aggiungo subito che queste differenze non sono affatto così grandi come si dice. Anche dal punto di vista natu-