Pagina:Balassa - L'arte di ferrare i cavalli senza far uso della forza.djvu/12

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8 sezione prima


§ 3.

L’esperienza insegna che la naturale timidezza di questo nobile animale va crecendo mediante una ripetuta violenza nel ferrarlo; cosicchè egli perde tutta la confidenza per gli uomini, si ostina in queste ed in altre circostanze, e finalmente diventa diffidente, ed affatto inetto al servizio.

§ 4.

Verosimilmente vi sarà stato chi avrà di già operati fondati esperimenti nello studio della natura del cavallo, per correggere col mezzo di un affabile trattamento i restii e gl’irritabili, e per indurli ad accettare spontaneamente la ferratura: ma siffatte prove non sembrano state continuate con bastante circospezione e perseveranza, giacchè di tali indagini non sonosi generalmente veduti finora risultati felici. L’autore però, in seguito di molti anni di studio e di pratica, si è pienamente convinto che ogni cavallo cattivo, ritroso, irritabile ed affatto viziato (eccettuate le rimonte feroci ed avverse agli uomini, ed i cavalli affetti da furiosa vertigine) può essere ridotto, mediante un opportuno affabile trattamento, nello spazio di 5 sino a 30 minuti, o tutto al più in un’ora, non solamente a lasciarsi ferrare senza mezzi violenti, ma puranche totalmente e stabilmente corretto de’ suoi difetti; rendendosi così superfluo in avvenire ogni mezzo per adoperare la forza. Se codesto metodo fosse stato dapprima in uso, è facile di riconoscere che alcuni cavalli pel servizio della cavalleria avrebbero durato assai più, che molti