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delle preponderanze straniere |
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Königseck [14 settembre]; e quindi si ritrassero e pur rivinsero una
gran battaglia a Guastalla [19 settembre]. Re Carlo vi capitanò e
vinse: e tornò quindi a Torino. Si posò l’inverno; si rifece guerra
l’anno appresso 1735, ma piú molle che mai, quantunque col rinforzo
d’un esercito spagnuolo, tornato giá dalla conquista di Napoli e
Sicilia. — Perciocché sin dal fine del 1733 era approdato in Toscana
quest’esercito spagnuolo, a capo di cui pastosi l’infante don Carlo
s’era mosso per Roma contro a Napoli. Poca, quasi nessuna resistenza
fecero il viceré Visconti e i tedeschi, che erano pochi e sproveduti;
ritrassersi a mezzodí sull’Adriatico fino a Bari, ad aspettar
rinforzi attraverso quel mare. Entrò don Carlo in Napoli, applaudito,
festeggiato, e da coloro che sempre sono affetti a una signoria antica
quantunque straniera e cattiva, e da que’ migliori che speravano un
regno finalmente nazionale. E l’ebbero in effetto; incominciò Carlo
quella dinastia de’ Borboni, che or buoni or cattivi son pur diventati
napoletani, italiani. Né s’indugiò qui come nell’Italia settentrionale.
Mosse subito il Montemar, capitano degli spagnuoli, contro ai tedeschi
che risalivan da Bari. A Bitonto s’incontrarono, si combatterono addí
25 maggio 1734. Vinse il Montemar, e ne fu fatto duca di Bitonto e
governator di Sicilia. Alla quale poco appresso movendo, approdò a
Solanto, entrò in Palermo, ed inseguí poi il resto de’ tedeschi chiusi
in Messina; assediolla ed ebbela a patti [25 marzo 1735], nettando cosí
di tedeschi i due regni. — Poco appresso [3 ottobre] furono firmati tra
Francia ed Austria i preliminari, a cui mal volenterose pur aderirono
in breve Spagna e Sardegna; e cosí [19 novembre] fu conchiusa a Vienna
la pace generale. Per essa Augusto rimase re di Polonia, onde giá aveva
cacciato Stanislao; questi fu fatto duca di Bar e poi di Lorena, sua
vita durante, dovendo passare poi questa provincia a Francia; Francesco
duca di Lorena, marito di Maria Teresa l’erede d’Austria, dovea passare
granduca di Toscana alla morte di Gian Gastone Medici; don Carlo rimase
re di Napoli e Sicilia; Parma e Piacenza passarono all’imperatore;
e re Carlo di Sardegna acquistò Novara, Tortona e la supremazia de’
feudi delle Langhe,