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della signoria degli imperatori e re 149

tra essi; lo traggono a Italia e l’incoronano re a Pavia [922]. Berengario chiama ungheri; fa battaglia a Firenzuola, è sconfitto [923]; ne chiama altri che prendono e saccheggian Pavia ed altre cittá, e passan fino in Francia ad assalir Rodolfo; e muore egli intanto, assassinato da uno de’ suoi in Verona [924]. Di costui, che fin da principio fece vassalla la corona d’Italia, che dal principio al fine per trentasei anni di regno interrotto fu il piú gran chiamatore e soffritore d’ogni sorta stranieri, fecero alcuni moderni un eroe d’indipendenza italiana! Povera storia, povera politica, povera indipendenza italiana! come s’interpretano!

8. Tre re francesi [924-950]. — Or qui peggio che mai si sporca la storia nostra. Non bastavano conti, marchesi, duchi scellerati, non vescovi e papi tanto peggiori di quanto è piú santo l’ufficio loro; sorsero donne, pessime di tutti, corruttrici di tutto, quando lasciano il dolce e pio ufficio loro di consolare colla virtú domestica dalle pubbliche corruzioni, e si fan furie virili. Allora, avvilito l’amore, avvilita la famiglia, s’avvilisce il piú gran motore che sia a far risorgere una patria. — Mariuccia o Marozia, Ermengarda, nomi fatti infami dalle storie contemporanee, passano nella nostra a malgrado nostro. Marozia figlia di Teodora, una nobile romana giá potente tra le parti di quella cittá e le elezioni dei papi, aiutava e succedeva a siffatta potenza della madre, ed era or moglie di Alberico conte di Tusculo prepotente in Roma. Ermengarda, sorella di Guido marchese di Toscana e di Ugo conte o marchese di Provenza, era or moglie di Adalberto marchese d’Ivrea; ed era prepotente appresso a Rodolfo tornato, e rimasto solo re d’Italia dopo la morte di Berengario [924]. Ma costei stringe pratiche per suo fratello Ugo; il quale, fuggito giá Rodolfo a sua Borgogna, scende a Pisa, si fa incoronare a Milano, occupa tutto il regno [926], e vi si fa aggiunger suo figliuolo Lotario [931]. Poi l’empie di provenzali, incrudelisce contro agl’italiani congiuranti contro a lui, e sposa la Marozia, vedova giá del conte di Tusculo, e poi di Guido di Toscana suo secondo marito, e cosí cognata di questo terzo [932]. Il quale trovandosi in Roma, e facendosi