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156 | libro quinto |
se avesse
vivuto, forse avrebbe avuta egli la gloria di preparar la
restaurazione del pontificato, che vedremo toccar mezzo secolo
appresso ad alcuni tedeschi. Ma non pontificò che quattro anni. L’anno
1000 (quell’anno aspettato con grande ansietá dalla ignorante
cristianitá, che credeva dovesse essere del finimondo), Ottone III va
a Germania e ne torna; l’anno 1001, ei muove guerra a Tivoli ribellata
a Roma, e perdonando a quella si guasta con questa; ma si ripacifica.
E quindi, mentre, come il padre, apparecchia forse un’impresa a
mezzodí, ei muore [gennaio 1002]. Tutti questi Ottoni proseguirono
evidentemente, e quantunque lentamente pur felicemente, i due disegni
di pacificare e riunire l’Italia; e perciò dimorarono molto in essa, e
furono in tutto i migliori, i piú italianizzati tra gl’imperatori e re
stranieri. Se l’idea che fu poi de’ ghibellini, di far grande l’Italia
sotto agli imperatori germanici, fosse stata l’idea della Providenza,
ella sarebbesi compiuta sotto gli Ottoni piú facilmente che sott’altri
mai. Ma il primo era vecchio quando imperiò, e i due ultimi morirono
di ventotto e ventidue anni. Qui, sia lecito dire, è il dito di Dio.
12. Arduino re, Arrigo, detto secondo, re e imperatore [1002-1024]. — Alla morte dell’ultimo Ottone, scoppiò uno dei movimenti piú incontrastabilmente italiani che si trovino. Assalgono per via la scorta del feretro portato a Germania; e in men d’un mese, addí 15 febbraio, s’adunano a Pavia, e gridan lor re un italiano; uno di nuovo de’ potenti marchesi, Arduino d’Ivrea, di quella famiglia degli Arduini di Torino, la quale, venuta al tempo de’ re francesi, e cresciuta sotto essi e gli Ottoni, teneva ora tutti i comitati a manca del Po da Vercelli a Saluzzo. Ma i tedeschi eleggono Arrigo di Sassonia consanguineo degli Ottoni, che pretende alla corona d’Italia; era naturale, dopo le vili infeodazioni di essa fatte dai Berengari. E perché Arrigo fu bensí in Italia il primo re di questo nome, ma fu in Germania, e cosí è per lo piú nella storia chiamato il «secondo»; perciò noi lo chiameremo pur cosí, cercando chiarezza anziché precisione diplomatica o cancelleresca; e se ci resta vergogna il prender numeri e nomi altrui, ella è per certo delle minime che ci vengano