venturiero di casa Francia, a cui giá era stato dato e tolto
nelle guerre e paci anteriori (in parole non in fatto) il regno d’Aragona.
Scese in Italia con poca gente, pochi danari, s’abboccò con Bonifazio,
risalí a Firenze, mutovvi il governo da’ bianchi a’ neri, che esiliarono i
bianchi, e cosí Dante [1301]. L’anno appresso guerreggiò contra Federigo
Aragonese, approdò in Sicilia; ma vi fu ridotto a cosí mal partito, che ne
seguí finalmente la pace tra Francia, Aragona, Puglia e papa da una parte,
e Federigo dall’altra, e ne rimase Sicilia a questo, secondo lo scritto per
sua vita solamente, ma di fatto a sua famiglia poi [1303]. A tal fine
contraria riusciva una delle ire di Bonifazio. Peggio che mai le due altre,
in che si precipitò contro a’ Colonnesi, una famiglia cresciuta a gran
potenza intorno a Roma; e contro allo stesso Filippo il bello, re di
Francia, alla cui parte in Italia ei s’era anche troppo accostato, ne’ cui
affari francesi ei voleva, ma non era lasciato entrare. Fu la prima od una
delle prime volte che si parteggiò colá per quelle cosí dette libertá della
chiesa gallicana, le quali Sismondi non cattolico ma liberale chiama
«diritto di quel clero di sacrificar la coscienza stessa alle voglie del
padrone secolare, e di respingere la protezione d’un capo straniero e
indipendente contro alla tirannia». Ad ogni modo, accordatisi un mal
cavaliero francese, ed un malo italiano, Nogareto e Sciarra Colonna,
insidiarono il papa in Anagni; presero la cittá, invasero la casa,
insultarono, minacciarono, e fu detto Sciarra battesse il vecchio pontefice
di ottantasei anni. Ad ogni modo il tenner prigione tre dí, finché fu
liberato dal popolo sollevato contro all’eccesso; ed egli d’angoscia o di
furore moriva fra pochi altri dí [1303]. — Succedevagli Benedetto XI, papa
italiano, buono e di nuovo paciero; ma morí fra pochi mesi, e, dicono, di
veleno [1304]. Allora disputavasi a lungo l’elezione, di nuovo tra francesi
ed italiani; e finivasi con un compromesso, che questi eleggessero tre
candidati, e quelli nominassero ultimamente uno fra’ tre; e ne riuscí papa
Clemente V, francese [1305], di funesta memoria, che tutti s’accordano a
dire aver patteggiato di pontificare a voglia del re francese, e che ad