duca di Savoia, promuove una gran lega con Firenze giá
assalita e Venezia minacciata dal Visconti, e pel San Bernardo e
Germania viene a San Marco [1424]. La lega si fa; il Carmagnola n’è
condottiero per Venezia [1426]. Prende Brescia e il paese all’intorno;
è battuto poi a Gottolengo, ma sconfigge in una gran battaglia a
Maclodio Niccolò Piccinino e Francesco Sforza, emuli giá, riuniti ora
nel servigio del Visconti [1427]. Ma Carmagnola rilascia i prigioni.
Era uso tra quei venturieri che giá si battevan con riguardi, e
finirono con non ammazzarsi; ma i veneziani non l’inteser cosí, e
incominciarono da quel dí a tener in sospetto il Carmagnola. Fecesi la
pace [1428]; rivolsersi i condottieri del Visconti a Toscana, ma non
ne riuscí nulla; riaprissi la guerra nel 1431. Carmagnola è battuto a
Soncino, lascia battere senza muoversi l’armatetta veneziana sul Po
presso a Cremona, e riposa il resto di quell’anno. Al principio del
seguente [1432] è chiamato a Venezia sott’ombra di concertar le
operazioni di quella campagna; è accarezzato per via, a Venezia, in
palazzo ancora, finché nell’uscire è sostenuto, incarcerato, e poi
segretamente accusato, torturato con corda e fuoco, condannato e
pubblicamente decollato in piazza San Marco addí 5 maggio 1432. Fu
innocente o colpevole? Nemmen la critica storica, cosí informata a’
nostri dí, non ne sa decidere. Il peggio delle persecuzioni de’
tiranni non è il supplizio, è il segreto calunniatore. Del resto, ciò
non potea scandalezzare in quel tempo di quella cupa e feroce
aristocrazia, che avea mandati a simil supplizio i Carraresi
evidentemente innocentissimi, anzi non giustiziabili né giudicabili da
lei. Rifecesi pace [1433] tra Venezia e il Visconti. — Ma continuando i
genovesi sudditi di lui la guerra lor propria per gli Angioini contra
Alfonso d’Aragona, essi il presero in battaglia navale e il trasser
prigione a Milano. Filippo Maria il rimandò libero, e Genova se ne
sollevò e rivendicossi in libertá [1435]. Piccinino e Sforza
guerreggiavano intanto in Toscana e negli Stati del papa. Riapresi in
breve la guerra tra Visconti e Firenze [1436]. Si rifá pace, si riapre
guerra [1436], istigata dall’Albizzi il mal fuoruscito, e vi
s’aggiunge Venezia poi; e combattono a lungo Piccinino per il duca,
Sforza questa