ad occidente, capitar prima a un’isola Antilla rammentata da
Aristotele, e poi all’Asia, al Cataio di Marco Polo. Quindi il
proseguire, il darsi tutto a quel pensiero, concepito, dicesi, fin dal
1474. E da tal pensiero passando in altro, quell’anima sublimemente
insaziabile sognava arricchirne, e poi levar un esercito e conquistar
Terra santa alla cristianitá. Visitò un’isola di Tule, che credesi
l’Islanda; propose invano la sua idea a Giovanni II re di Portogallo;
partí di lá nel 1484; dicesi la proponesse nel 1485 a Genova sua
cittá, a Venezia, e ne fosse rigettato. Ad ogni modo venne nel 1486 a
Spagna, al monastero della Rabida presso al piccolo porto di Palos in
Andalusia, dove fu accolto poco men che mendico dal buon priore; ed
onde protetto poi, fu alla corte di Ferdinando ed Isabella re e regina
d’Aragona e Castiglia, che stavan compiendo lor guerra nazionale di
sette secoli contro ai mori. E mandato espor suoi pensieri
all’universitá di Salamanca, e rigettatone; e rigettato e deriso,
indugiato, richiamato, disgustato dalla corte per sei anni intieri,
perdurò e riuscí finalmente a persuadere Isabella, tra l’alacritá
della vittoria dopo presa Granata (2 gennaio 1492). Ai 3 d’agosto del
medesimo anno, ei salpò con tre caravelle dal porto di Palos; e
navigando sessantanove dí, giunse addí 12 ottobre all’isola di San
Salvatore; e, toccate Cuba e San Domingo, tornò a Spagna nel 1493. E
fatto viceré delle Nuove Indie (come si chiamarono allora o poco
appresso), fecevi una seconda, una terza spedizione nel medesimo 1493
e nel 1498, e vi scoprí, oltre altre isole, anche la costa
settentrionale del continente meridionale; tradito, deposto,
incarcerato, incatenato e rimandato a Spagna da Bovadilla, un suo
luogotenente rimastone infame; e fu tenuto in carcere per qualche
tempo nell’ingrata sua patria seconda, e fece poi nel 1502 una quarta
spedizione al medesimo continente, e tornatone, morí nel 1506. Cosí
quell’italiano (il cui coraggio, la cui perduranza, prudenza, bontá e
semplicitá d’animo risplendono meravigliosamente in tutte le sue
azioni, tantoché non si sa, leggendone, s’ei piú s’ami o s’ammiri),
cosí quell’italiano, primo di tanti poi che non poterono dar alla
patria la propria operositá,