danno per noi che sia scritta con modi antiquati, i quali vi fanno
men popolare e meno utile lo studio di quel grande esempio. Ad ogni
modo, quelle due guerre apparecchiarono il mondo cristiano qual è al
presente, tanto e forse piú che non facessero poi quelle stesse della
repubblica e dell’imperio francese. Perciocché quella de’ sett’anni
fece la grandezza, cresciuta poi e crescitura, della Prussia; e
quella d’America fu la prima delle grandi guerre d’indipendenza, le
quali son succedute e succederanno alle guerre di libertá. — L’Italia
poi non prese parte a nessuna delle due; non alla prima, dove unite
Francia ed Austria non era facile, forse non possibile, a casa Savoia
il continuar ad accrescersi in Italia, non almeno co’ modi soliti.
E la guerra americana poi era troppo lontana, non fu continentale
europea. — Seguí dunque all’Italia una pace di quarantaquattr’anni,
la piú lunga cosí di quante si trovan rammentate da’ primordi della
storia di lei. E questa pace fu feconda a noi di riforme governative e
di progressi senza dubbio; ma anche d’indebolimenti. forse politici,
e certo militari. Perciocché, cosí va il mondo, cosí è la natura
umana pur troppo, che quando i tempi son facili e tranquilli oltre
al corso d’una generazione, la generazione che s’alleva in essi non
impari le difficoltá, e cosí non quegli atti di vigore, quegli sforzi
d’animo e di corpo che son necessari a vincerle; ondeché, quando poi
ritornano, ché sempre ritornano le difficoltá, gli uomini nuovi si
trovano disapparecchiati, incapaci ad esse. E quindi può essere fortuna
che sorgano, od anche arte de’ principi e governanti lasciare o far
che sorgano in mezzo alle paci prolungate, quelle operositá, quegli
esercizi od anche quelle difficoltá, le quali, senza porre gli Stati a
pericoli invincibili, tengano pure esercitate le generazioni novelle ai
casi futuri. E ciò sentirono forse, per vero dire, i governi italiani
di cent’anni fa; tantoché, anche senza aver chiara quell’idea, senza
pronunciare quella parola di «progresso», che sorsero solamente al
fine di quel secolo e si sono fatti ora universali, tutti operarono e
progredirono piú o meno, indubitabilmente. Ma non è dubbio nemmeno, e
i fatti posteriori lo dimostran pur troppo, che que’ governi nostri non