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delle preponderanze straniere 145

austriaco tentava Genova. — Ma mutavasi allora di nuovo a un tratto e del tutto la fortuna di Francia per l’arrivo di Napoleone Buonaparte dall’Egitto, che egli avea conquistato da due anni, e che lasciava ora senza ordini, di proprio moto, per venirsi porre a capo della mal condotta e da lui disprezzata repubblica. Addí 9 ottobre, approdava a Fréjus; addí 9 novembre [18 brumaire], distruggeva il Direttorio, e metteva invece un governo di tre consoli provvisori, se stesso, Sièyes e Ducos. Elaborata quindi una nuova costituzione con un primo consolo, che naturalmente fu egli, e due minori, Cambacérès e Le Brun; entrarono in carica il dí di Natale 1799; mille anni, dí per dí, dall’assunzione di Carlomagno all’imperio. — Quindi subito, e piú poi ne’ primi mesi del 1800, seguí sotto a Napoleone quel ricalcare i propri passi la rivoluzione francese, quella, come si diceva allora, controrivoluzione, tanto temuta da tutti i rivoluzionari, tanto immanchevolmente destinata a tutti, quel mirabile restaurarsi e riordinarsi dell’amministrazione, della giustizia, delle finanze, dell’esercito di Francia, che ci fu recentemente cosí ben narrato dal Thiers; ben narrato, dico, perché nemmen egli, francese e napoleonico, ma liberale, non tace né vela ciò che vi mancò, la libertá. Lo stupore d’Europa a sí grandi mutazioni, gl’indugi degli austriaci che per otto mesi dopo la battaglia di Novi non fecer quasi nulla né in Italia né fuori, dieder agio a Napoleone ad apparecchiar la magnifica campagna del 1800. Pose Moreau ed un forte esercito in Elvezia ed Alsazia sul Reno, con ordine di passarlo; Massena e le reliquie degli eserciti d’Italia a difesa di Genova e d’Appennino; e un terzo esercito di riserva sotto Berthier nominativamente a Digione, di fatto qua e lá, dove venivan raccogliendosi le divisioni, le brigate via via; cosicché, tra il grido sparsone e il non trovarsene quasi traccia a Digione, furono ingannate le spie nemiche, credettero finzione e vanto la veritá bandita. Gli austriaci apriron la campagna. Melas assalí Massena addí 5 aprile, e fortissimo contra debole, lo rinchiuse in Genova e lo separò da Suchet che si ritrasse quindi sul Varo, e vi fece una lunga e bella difesa, mentre Massena fece la sua bellissima di Genova. Quindi