deliberatamente,
risolutamente, a malgrado gli odii giá vivissimi, or morenti contro
a quel grande; vivissimi al tempo che non si perdonava nemmeno a un
papa d’aver mancato di rispetto alle potenze temporali, e massime
all’imperiale; morenti, dacché s’apprezzano tutti i rivendicatori
di tutte le libertá. E continua quindi questa etá nostra, forte,
crescente, splendida, magnifica in tutto, in difesa d’indipendenza,
in progressi di libertá, in progressi di tutte le colture, tutti i
commerci, tutte le operositá, tutte forse le virtú pubbliche, salvo
una; salvo quella vera, somma ed ultima liberalitá che consiste in
vincer le invidie, dico anche l’invidie derivanti dalle condizioni
speciali di ciascuna etá. Nell’etá precedente, de’ grandi, i grandi
italiani s’eran invidiati tra sé, ed avean data la patria ai grandi
stranieri; in questa, nell’etá dei comuni, delle cittá, del popolo,
s’invidiarono cittá contro a cittá, cittadini contro a cittadini,
piccoli contro a grandi, grandi contro a piccoli, piccoli rimasti
soli tra sé; e cosí distratti da quella che è la piú inquieta e la
piú perseverante, la piú meschina e la piú tiranna, la piú operosa e
la meno operante delle passioni, non rimase tempo a que’ miseri, non
mente libera al pensiero, non cuore al sentimento dell’indipendenza;
non si compiè l’acquisto di questa quando s’ebber l’armi in mano a
propugnarla, non si mirò ad essa nelle paci, non si riprese quella
rivendicazione mai piú; s’attese a tutto, fuorché al piú necessario,
fuorché a ciò che fa una nazione; e cosí poi, meritatamente, sí
riperdette quella libertá interna a cui s’era sacrificata l’esterna:
si riperdettero quelle tirannie aristocratiche, democratiche, a cui
s’era sacrificata la vera, equilibrata e non invida libertá, si
riperdette ogni buona operositá militare o politica; e s’apparecchiò
la nazione a qualunque signoria o preponderanza straniera fosse per
venire. — Venne Carlo VIII, da cui dunque incominciammo l’etá settima
ed ultima, e che dura, delle preponderanze straniere; ma non istette.
Venne Luigi XII, e non istette nemmeno. Ma venne insieme Ferdinando
il cattolico, e stette in Napoli e Sicilia, e tramandolle a Carlo
V imperatore; il quale, come tale, diede a se stesso il ducato di
Milano, e cosí tenne Italia dal collo e dal piè, e