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delle preponderanze straniere |
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Borgia. A ciò si volse tutto papa Giulio; aveva ogni ragione,
ma proseguilla in mal modo, aggiugnendosi all’ire o piuttosto alle
ambizioni di Luigi XII e di Massimiliano. Fin dal 1504 avean costoro
firmato un’alleanza per dividersi gli Stati continentali di Venezia,
ma non n’avean fatto nulla, finché non vi s’aggiunsero papa Giulio per
riaver quelle cittá, e il re cattolico, gli Estensi e i Gonzaga per
simili contese od ambizioni di vicinato. Fu firmata la famosa e brutta
lega a Cambrai [10 dicembre 1508]. Primi ad assalire furono i francesi
coll’armi dal Milanese; seguí il papa coll’armi e con le scomuniche.
Contro ai primi stavano a capo d’un esercito di quaranta e piú mila
uomini l’Alviano ed il Pitigliano, due de’ piú abili condottieri o
piuttosto (perché giá non erano piú cosí indipendenti come gli antichi)
capitani d’Italia. Furono vinti da Luigi XII e trenta mila francesi
ad Agnadello [14 maggio 1509]; Luigi XII prese in pochi dí tutta la
parte sua convenuta. Accorsero quindi tutti gli altri, e presero
facilmente le loro. E allora Venezia ridotta all’estremo fu veramente
magnanima, prese uno di quei partiti semplici che sono non solamente
piú gloriosi sempre, ma sovente piú felici che non le destrezze.
Sciolse dall’obbedienza tutti i suoi sudditi di terraferma; ed essi
si difesero meglio, e, quando occupati, si sollevarono secondo le
occorrenze per se stessi. E Giulio II, satisfatto di riavere sue cittá,
si staccò primo dalla lega, fece sua pace addí 24 febbraio 1510; e si
rivolse contra i francesi, nascostamente prima, apertamente tra breve.
Per ciò chiamò nuovi stranieri, gli svizzeri; i quali, capitanati da un
cardinale guerriero e vescovo di Sion, piombarono sul Milanese a mezzo
quell’anno, mentre si avanzavano i papalini da Modena, e riavanzavano i
veneziani da Verona. Ma i francesi stavano sulle guardie; e poco mancò
non prendessero papa Giulio, che, guerriero anch’esso, stava lí vicino
a Bologna, e che per la breccia entrò poco appresso alla Mirandola.
E qui pure v’ha chi ammira, e vorrebbe imitazioni; non io, che credo
un papa debba restar papa, ed abbia altri modi di cacciar barbari dal
suo paese. Furono rotti i pontifici a Casalecchio [21 maggio 1511];
ma Giulio perdurò, s’inaspri, fece [5 ottobre] un’altra