Pagina:Balbo, Cesare – Storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni, Vol. II, 1914 – BEIC 1741401.djvu/215

Da Wikisource.

appendice 211

grandissimi que’ fatti, quelle sventure in che visse, operò o soffrí, io credo che l’anno 1848 sia per rimanere uno de’ piú notevoli nella storia non solamente della gran rivoluzione rappresentativa, ma forse anche di quella che non può non seguire delle nazionalitá europee. Quattro grandi desidèri politici, o, se cosí si vogliano chiamare, idee, scoppiarono insieme qua e lá in Europa, la sconvolsero in quell’anno. 1º Il desiderio della democrazia assoluta, esclusiva, sotto i due nomi poco diversi di «comunismo» e «socialismo». 2º Il desiderio della libertá rappresentativa. 3º Il desiderio delle indipendenze nazionali. 4º Il desiderio delle cosí dette unitá delle nazioni, o riduzioni di esse a un governo solo o centrale. La rivoluzione francese di quell’anno fu prodotta non piú che dal primo e piú stolto di questi desidèri; la germanica, dal quarto e piú vano di essi; l’italiana sola fu l’effetto di quei due che non si debbono dir solamente piú legittimi e piú santi di que’ desidèri o sentimenti, ma principi imperituri dell’esistenza d’ogni nazione civile, i due sentimenti, desidèri, o passioni o principi, della libertá e dell’indipendenza. Sventuratamente l’Italia ebbe a propugnare i due insieme, e sventuratissimamente (dando retta di nuovo a consiglieri scartati negli ultimi anni) ella v’aggiunse il vano desiderio dell’unitá, o sogno settario. Chi vuol arrivare, non può avere che uno scopo solo; due, o peggio tre vie, sono impossibili a seguire. La mente umana non è infinita, anzi è misera; piú misera la mente di un popolo, dov’è la difficoltá di riunir tante menti in una. Napoleone stesso, una delle meno misere fra le menti umane, e mente unica assoluta d’una gran nazione, si vantava di non far mai che una cosa alla volta. Finché l’Italia fará imprese di due o tre scopi alla volta, ella le perderá sempre, quand’anche avesse occasioni piú belle che non quella del ’48, che è difficile, e quand’anche avesse a capo un Napoleone, che non è possibile, senza quell’unitá, la quale non si può (quando si dovesse) cercare senza l’indipendenza; la quale appunto si tratta d’aver prima ed anzi sola.

Tuttavia, a malgrado la sua importanza, l’anno 1848 non rimarrá per le altre nazioni èra di niuna nuova etá.