poterono i papi seguenti? Fu bontá
in essi o necessitá il non farlo? Io crederei l’uno e l’altro; la
necessitá buona fece la bontá, fece elegger uomini buoni. Il fatto
sta, che con Paolo III finirono que’ papi della fine del secolo
decimoquinto e del principio del decimosesto, che, comunque paiano
piú o meno cattivi principi, furono certamente quasi tutti cattivi
ed alcuni scandalosi pontefici; e che incomincia quindi una serie
nuova e diversa di papi, quasi tutti o forse tutti buoni pontefici,
ed anche migliori principi rispetto a nepotismo, cattivi solamente
per quella che dicemmo quasi necessitá della politica austriacata.
Giulio III [Del Monte, succeduto 18 febbraio 1550] fu giá men
nepotista in ciò, che non si volse, per trovar luogo ai propri nepoti,
contra il principato fatto dal predecessore, anzi confermò lo Stato
ai Farnesi. — Succedette Marcello II [Cervino, 9 aprile 1555], papa
buono e troppo poco durato, tutto inteso a terminar le guerre che
impedivano le riunioni della cattolicitá, del concilio, e della
cristianitá. — Succedette Paolo IV [Caraffa, 23 maggio 1555], santo
papa istitutor de’ teatini, paciero, desideroso anch’egli di riunire
la cattolicitá e il concilio; e nepotista, per vero dire, ne’ suoi
principi, ma che io conterei volentieri tra’ papi men cattivi politici,
perché napoletano, e vivo quindi al dolore di vedere il Regno diventato
provincia austriaco-spagnuola, si volse a Francia. Ma morí addí 18
agosto 1559; e cosí pochi mesi dopo aver veduta confermata la signoria
spagnuola nel Regno, in tutta Italia. — Perciocché durante tutti tre
questi pontificati si combatté tra Francia ed Austria quella lunga ed
infelice guerra che doveva confermar la servitú nostra. S’aprí per
Parma, che Francia voleva del Farnese e l’imperatore non volea: ma
s’estese poi, e si fece piú grossa in Germania, dove Francia protesse
i riformati. In Italia non furon guari grandi fazioni. Siena che era
stata ab antico quasi sempre imperiale e ghibellina (naturalmente,
posciaché la vicina ed emula Firenze era stata guelfa), oppressa ora
dagli imperiali e minacciata da Cosimo duca di Firenze, passò a’
francesi, che v’entrarono [11 agosto 1552], e ne fecero lor piazza
d’arme nell’Italia media. Ma arse principalmente la guerra nell’Italia
settentrionale, in