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aveva più volte attaccato le posizioni del Pal Piccolo e del Pal Grande, e dimostrava un’attività insolita.
La neve, che cadeva ininterrottamente, aveva raggiunto l’altezza di quattro metri. I Bersaglieri erano vigili, e trovai che il «morale» era elevatissimo.
La speranza di un’azione li lusingava. Ogni tanto si udiva un boato. Erano le valanghe: e seppi che avevano fatto qualche vittima.
Ispezionai le due prime guardie isolate, comandate dal sergente Bellini, e col mio attendente mi spinsi in ricognizione in sotto la Spina di pesce, per vigilare le mosse del nemico.
All’alba mi ritirai nella linea, ed assistetti al meraviglioso spettacolo della levata del sole sulle Alpi. All’orizzonte si vedevano nitidi i costoni e i fianchi delle montagne piene di neve. Lontano si profilavano le vette del Cadore. Era uno spettacolo sublime!
Il giorno si riposava un po' a turno, e si attendeva all’assestamento della linea danneggiata dal bombardamento della notte.
Comandava il settore Val Degano, il maggiore Trivulzio degli Alpini, che venne più volte ad ispezionare la linea.