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AL SERENISSIMO

COSIMO TERZO

GRANDUCA DI TOSCANA


A ben esaminare, Serenissimo Signore, i motivi che hanno gli scrittori nel risolvere la dedicazione dell’opere loro, si troveranno tutti ridursi o all’interesse, considerato nel bisogno di protezione, o all’ossequio e gratitudine, per quanto l’opera sia in sè stessa degna, e dovuta a chi ella si dedica. Supposto ciò per vero, come sembra indubitato, non dovrà parere troppa presunzione la mia, se avendo io compilato alcune notizie appartenenti all’arti, che hanno per fondamento il disegno, ed a’ professori di esse, e risolvendo darle alle stampe, prendo francamente ardire di offerirle all’A. V. S., mentre non ho avuto punto da dubitare in riconoscere, che per l’uno e per l’altro titolo elle erano a V. A. singolarmente dovute. E vaglia il vero, siccome da niun’altra