Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/114

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ro8 PARTE SECONDA NOVELLA XXIV Un frate minore con nuovo in"ganno prende d’una donna amoroso piacere , onde ne s éguita la morte di tre persone ed egli si fugge. Io porto ferma openione, amabilissime donne e voi cortesi gentiluomini, che qui radunati sète ,per fuggir novellando il noioso fastidio del caldo del merigge e quest’ora, che molti dispensano o in dormire o in giuocare, trapassate onestamente in raccontar ciò che a la giornata s ’ intende degno di memoria, che questo nostro utile e pieno di piacer essercizio sia piu lodevole dicasi la parola senza invidia .c he consumar il tempo nel sonno o vero n el gioco, perciò che mi pare aver udito assai spesso di·re che ordinariamente il sonno sul mezzo giorno suoi a’ corpi nostri di molte infermita esser cagione, le quali se cosi tosto non si sentono, come l’uomo poi va v erso la vecchiezza, sogliono con · distillazioni di catarri, discese d’umori , doglie ed alt ri stimoli mandarne i . suoi messaggeri e d’ ora in ora accrescer le male disposizioni. Del giuoco penso che non bisogni farne molta lite, ma c he sia assai chiaro il piu de le volte dal giuocare provenk mille disordini , e altra la 1perdita del tempo che è cosa prezios issi ma , e la perdita de la roba che oggidi si stima da molti il primo sangue, ne nascono tra i piu cari amici im m ortali nemicizie, che tirano a lungo andare dietro a sé questioni, mischie, ferite ed assai sovente morte d’uomini; senza che il giuocaTe par che tiri a sé per i capegli la bestemmia di Dio e dei santi, peccato troppo enorme e troppo offensivo de la divina maesta. Lasciato adunque il dormire da questa ora a chi lo vuole e il trastullo del gioco a chi piace, seguitaremo del novellare la soli ta nostra costuma. E poi che a me tocca il dire, vi narrerò un pietoso accidente, che intesi non è troppo esser accaduto in Normandia. E. ben che molti altri n’abbia per le mani, nondimeno piacerni dirvi questo, il quale essendo stato detto dal personaggio che si sa, si deve cr eder esser vero. Dicolo anca a ciò possiate vedere a quanti perigliosi ,errori ne trasporti il governarsi senza ragione. Il che ancora che in tutte le cose si veggia