Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/219

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NOVELLA XXXI 2!3 Battista con lettere ed ambasciate la sua Laura, e tante volte quante in destro gli veniva passava per la contrada, ed ogni volta che a la finestra la vedeva gli pareva veder un nuovo paradiso a:perto, sentendo da qúelle viste una interna e meravigliosa consolazione. Madonna Franc-esca, che aveva paura grandissima che il figliuolo non sposasse Laura, tenne segretamente modo di parlar con monsignor l’abbate Caimo suo fratello, uomo d’autorita e di ri’Putazione, e con altri suoi parenti; e medesimamente parlò con alcuni zii e congiunti di sangue del figliuolo, e a tutti fe-ce intender l’amorosa pratica di quello e ciò che ella con messer Ambrogio fatto aveva, e a tutti, cosi suoi come attinenti del figliuolo, chiese conseglio ed aita a ciò che col minor male che fosse possibile si prevedesse che a modo veruno Gian Battista non prendesse Laura per sua moglie. Cose assai si dissero e mille partiti furono proposti, dicendo ciascuno il parer suo. A la fine si risolsero tutti in questo : che il meglior rimedio che ci fosse era di mandar per alcun tempo Gian Battista fuor di Milano e in quel mezzo maritar Laura. A questo partito s’accordarono tutti , ancor che madonna Francesca come piacevole e tenera madre non mo lto volentieri vi s’accordasse: amava .ella l’unico figliuolo tenerissimamente e le pareva senza quello non poter vivere, perciò che se stava due e tre ore che noi vedeva si sentiva morire il cor nel vetto. Nondimeno dal fratello e dagli altri amici e parenti essortata e fatta capace che questo solo era il salutifero rimedio per vietar che il figliuolo in tutto si ritirasse da quella impresa amo·r osa, vi s’accordò anch’ella. · Restarono adunque in questa concordia tutti : che monsignor l’abbate Caimo invitasse Gian Battista ed altri parenti con dui tutori suoi a desinar seco il giorno seguente, e dopo il desinare che l’essortassero a pa’ftirsi da Milano e andare a la corte di Roma per alcun tempo. Fu fatto l’ invito e di brigata desinarono in casa de l’abbate. Poi ~he si fu desinato, disse uno dei tutori al giovine: - Dimmi, Gian Battista: come ti piace la pratica de la nostra citta ? - Rispondendo il giovine che assai, so ggiunse colui: Io non ti vo’ gia dire che non sia buona, ma se tu provassi una volta la corte de la ci tta romana, egli non · ti verrebbe forse