Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/30

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ma spelonche di ladroni. La giustizia in effetto dispiace a quelli contra i quali si fa, ma ella è di tanta vertu che nessuno ci è che mal ne possa dire, e sforza gli animi degli uomini a temere, amare e riverir tutti i giudici giusti. E pare che un prencipe ancor che abbia di molte taccarelle, se è giusto, è da dire che la giustizia sia un manto che copra gli altri suoi errori. Sapete . se la casa mia ha cagion di lodar si d’Alessandro M edici duca di Firenze. Nondimeno io son astretto a dire che egli governa quello Stato con gran giustizia. E quivi esso capitano Vincenzo narrò un atto di giustizia d’esso duca, molto bello. Il quale avendolo io scritto, ho voluto che so tto il nome vostro esca insieme con l’altre mie novelle in mano del publico, non avendo per ora altro con che io possa in qualche parte pagar tanti benefici da voi ricevuti, i quali eternamente mi vi rendono ubligato. State sano e nostro signor Iddio vi feliciti. NOVELLA XV Alessandro duca di Firenze fa che Pietro s posa una mugnaia che aveva rapita e le fa far molto ricca dote. Alessandro de’ Medici, il quale come sapete è stato il primo che col favor de la Chiesa sotto titolo di duca ha occupato il dominio de la nostra repubblica fiorentina, ha molte parti in sé che al popolo lo rendono grato ; ma tra tutte non mi pare che nessuna ce ne sia che meriti esser agguagliata a la giustizia, de la quale egli mostra esser t anto amatore che nulla piu. E tra molte sue azioni lodevoli che circa questo ha fatte, io ne voglio ora dir una, che certamente è di quelle che merita esser comm endata, e tanto piu di lode se gli può dare quanto che egli è molt o giovine ed assai dedito ai piaceri venerei. Onde in ciò che io ora son per narrarvi ha dimostrato esser pieno di prudenza, che di rado suoi es ser unita con la giovinezza, pe r ciò che ordinariamente dove .non è gran de esper ie nza non può esser quella prudenza, ché il lungo uso de le cose rende i vecchi