Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/35

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IL BANDELLO a l’illustre e valoroso signore il signor· conte ANNIBALE GONZAGA di Nuvolara Narrò non è molto il capitan Vicenzo Strozzi di qual modo il duca Alessandro de’ Medici si governasse con un giovine suo cortegiano, che aveva involata una figliuola per forza ad un mugnaio e seco la notte amorosamente s’era giaciuto; e fu da tutti, il duca, sommamente com;mendato. Era di brigata con quelli che a la narrazione si trovarono presenti il luogotenente del vostro colonnello, il capitan Tomaso Ronco da Modena, uomo ne l’arme molto essercitato e prode de la persona e di gentilissimi costumi quanto dir si possa dotato. Egli poi che vide a le lodi donate al duca Alessandro esser dato fine, disse: - Signori miei, chi volesse raccontar tutte l’operazioni che il duca di Firenze Alessandro de’ Medici in cose di giustizia ha fatto, averebbe nel vero troppo piu da fare che forse non si pensa, perciò che sono infinite; ed egli, ove bisogna usar giustizia, usar diligenza grandissima, non si lascia trasportar da passione alcuna né guarda in viso a chi si sia. E certo la giustizia è una vertu necessaria a tutt i i prencipi, ma molto piú ad un prencipe nuovo, in qual voglia ben regger una citta che sia stata lungo tempo libera, come è stata la citta di Firenze. E tanto piu deve il duca affaticarsi in far che la giustizia sia osservata, quanto che deve attender a stabilire questo suo nuovo prencipato e far che il popolo di Firenze l’ami. Il che facilmente consegue chi fa giustizia, perciò che a la fine i grandi e piccioli amano e cercano di conservar il loro prencipe giusto. Ora per non voler tenervi piu in ascoltar questi ragionari, io vi vo’ contare un’azione fatta dal detto duca, la quale· merita a giudizio mio esser lodata. -