Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/389

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NOVELLA XL conveniva, disse a Delio: - Io veggio ch e Camillo ha fisso il chiodo di voler piú tosto creder la bugia a quella mascalzona de la balia, che a me la verita. Onde mi son deliberato andarmene per alcuno spazio di tempo fuor de la citta, per schivar questi molti fastidi e mordaci cure che mi levano l’ intelletto. Forse che il tempo aprira gli occhi a Camillo e conosce-ra la mia innocenzia e la malvagita de la traditora balia. Cinzia, che sofferiva passione fierissima e non le pareva poter viver senza Camillo, mandò a chiamar Flamminio Astemio, il quale era amico di Camillo, di Delio e di Giulio. Egli, udite le ragioni di Cinzia e riputandole vere, parlò piu volte con Camillo·, ma sempre indarno. Il che Cinzia intendendo e sapendo che a torto era infamata, cadendo ne l’abisso de la dispera~ione, deliberò non voler piu restar in vita, parendoJ.e assai m in or pena il morire che viver in cotanti affanni; ma dubiosa de la guisa del morire non sapeva con qual morte troncar lo stame de la sua travagliata· vita. Ancidersi con le p-roprie mani per via del ferro, non le dava Jl core, t emendo che la debol e tremante mano non fosse forte a si fatto ufficio; a ppendersi con una fune per la gola e di sé dar si misero spettacolo, non ardiva. Restavale il macerarsi di fame ed a poc o a poco consumarsi , o gettarsi da le finestre in terra e fiaccarsi il collo, o buttarsi in un fiume che per la terra passa e ne l’acqua annegarsi; ma nessuna spezie di queste morti le piaceva. Onde dopo mol ti pensieri su qu esto fatti, perseverando s empre nel fiero proponimento di morif’e, elesse ultimamente col veleno terminar i giorni suoi ed uscir di aff anni. Ahi , giovini incauti e voi semplici donne, cui pare che lo star su la vita amO’rosa sia un trastullo, guardate a non !asciarvi dal soverchio amore impaniare di tal maniera che non possiate poi tirarvi a dietro, e sovra il tutto non vi disperate. Vi sia pe r essempio questa infelice giovane, la quale disperata, non le parendo poter piu goder il suo amante, ha eletto avvelenarsi. Ed avendo ne l’ animo suo fatta questa deliberazione, cercava con qual sorte di veleno si devesse ancidere e con che modo il veleno potesse avere. Praticava in casa di lei il greco da Santa Palma, uomo di palazzo e molto domestico di Camillo. Questo si fece ella domandare e l’ inter-