Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/449

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IL BANDELLO a l magnific o ca pitano messer GIOVAN BA T T ISTA OLIVO salute Si parti questo agosto ultimamente passato dal contado d’Agen madama Gostanza Rangona e Fregosa, mia signora, per ischifare i perigliosi tumulti senza occasione veruna scioccamente nati da la feccia del volgo de la citta di Bordeos, alora che amma zzarono monsignor di Monino, luogotenente del r.e cristianissimo. Il che molto caramente costò loro, per l’agro castigo e debita punizione che gli fu data. Si condusse madama in Linguadoca a San N azaro, castello de la badia di Fonfreddo, vicino cinque o sei miglia lombarde a l’antica citta di Nerbona, che gia diede il nome a la provincia nerbonese. Quivi fermatasi, perché la badia è d’uno dei signori suoi figliuoli - ed ha molte castella con giurisdizione di far sangue, e ci sono luoghi bellissimi di cacce di cervi , caprioli, cinghiari e d’altre fere e d ’ augelli da terra e d’acqua, essendo presso a la marina, era tutto ’l di dai circonvicini signori e baToni visitata. È costume del paese che quei gentiluomini e signori con le dame e mogli loro di brigata si vanno v isitando , e fanno insieme una vita allegra e gioiosa, avendo per l’ordinar io in t utto dato bando dagli animi loro a !a malinconia e gelosia e d’ogni tem po ballando e facendo mille fe stevoli g iochi, e basciandosi in ogni ballo so v ente. Avven ne un di che ragionandosi degli inganni che alcune de le mogli han no fatto ad Enrico di questo n ome ottavo re d’ Inghilterra, e de la vendetta che egli di loro ha presa, il si gno r Ramiro To rTi glia spagnuolo, che lungo tempo è stato in Italia, a proposito de le beffe