Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/481

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ella perde il corpo, non perda almeno l’anima. Io le dirò de le cose spirituali, s·econdo che nostro signor Iddio mi spirera, e spero in quello che mi dara tanta grazia che la disporrò a morire pazientemente. Il governatore ancora che fosse maligno e sceleratissimo, nondimeno per mostrar al popolo che de la moTte de · la duchessa gli calesse, disse che era contentissimo e mandò al castellano che lasciasse che il religioso col suo compagno entrasse ne la camera de la prigione a parlare a la signora duchessa. E co si entrarono tutti dui, e perché il termine de la morte era vicino, ciascuno credeva che il governatore avesse mandato quei frati ·per udir l’ultima confessione de la poveTa duchessa. Era la camera de la prigionia grande, ma in modo chiuse le finestre che nulla o molto poco di luce vi si vedeva. Entrati che furono i frati dentro, disse don Giovanni, che la lingu::t italiana benissimo parlava: - La pace del nostro Salvatore, madama, sia con voi. La duchessa, che in un canto tutta sconsolata sedeva, Tispose : - Chi sète voi che a me qui di pace ragionate, che priva sono d’ogni pace e d’ogni bene, e in breve aspetto contra tutte le ragioni del mondo una vituperosissima morte senza averla meritata gia mai ? - Seguendo don Giovanni il tuono de la voce, s’accostò a la duchessa e le disse: - Madama, io sono un povero frate che capitando in questa citta ho inteso il grave infortunio vostro, e mosso a pieta di cosi orrendo caso, son venuto a visitarvi ed insieme a confortarvi. E quivi don Giovanni le disse di molte cose, con si bel modo che la signora duchessa deliberò confessarsi seco, e cosi cominciò a confessarsi, e come qu_ella che speranza non aveva di piu vivere, fece una intiera e generai confessione, per la quale di leggero don Giovanni conobbe quella esser innocentissima. Aveva l.a duchessa nel confessarsi detto come il viaggio di San Giacomo era stato finto, e che fatto l’aveva solamente per andar a veder un disleale ed ingratissimo cavaliere spagnuolo. L’essortò assai don Giovanni a perdonar tutte l’offese che mai ricevute avesse. Ella disse che a tutti perdonava di core, come desiderava che Iddio a lei perdonasse, ma che non sapeva gia mai come potrebbe perdonar a quello ingrato cavaliera che piu che lç~. vita propria amato aveva.