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NOVELLA XLII

II 7

tere sollecitarla. Ella a cui sovra modo piaceva Tesser vagheggiata dal primo cavaliero de la cittá, né in tutto dava orecchie a le domande del cavaliero né in tutto le rifiutava, ma tenevalo cosi tra due. Egli che d’altro aveva voglia che d’esser pasciuto di parole e sguardi e d’ora in ora piú di lei s’ invaghiva e sperava con san Giovanni bocca d’oro incarnar il suo dissegno, ebbe modo di fare ch’ella fosse contenta di ridursi con lui a parlamento ove piú le piacesse, impegnandole quanta fede aveva che da lui non riceverebbe ingiuria né forza alcuna. La giovine communicò il tutto con la madre la quale, ai preghi de la figliuola mossa, fu contenta che in casa il giovine le venisse a parlare. Il cavaliero ottenuto questo, ci venne e con Violante, ché cosi era la giovanetta nomata, sempre a la presenza de la madre assai lungamente ragionò. E ben che egli fosse molto eloquente e bel parlatore, e promettesse a la madre e a la figliuola cose assai, e volesse innanzi tratto buona somma di danari darle, e quando poi si volesse maritare provederle di conveniente e ricca dote, nondimeno altra risposta da Violante aver non puoté se non che ella se gli conosceva molto esser ubligata per l’amore che egli diceva di portarle, e che ne le cose oneste ella era presta di compiacerli, ma che viveva con questo animo deliberato di prima voler morire che perder la sua onestá. La madre altresi con molte parole aiutava la figliuola. Il povero amante che era tócco di buona sorte e senza fine Violante amava, e seco d’appresso parlando piú particolarmente l’aveva considerata e piú del solito oltre ogni credenza gli era piaciuta, perciò che in vero ella era bellissima e leggiadra, veggendo che a patto nessuno, per arte che sapesse usare, per amante ottener non la poteva, deliberò prenderla per moglie. Egli la vedeva compita di beltá, di leggiadria, di grazia, di belle maniere e in tutto avveduta e gentile, e giudicava se bene era di bassa schiatta, che avendola egli per donna, ella poteva stare al paro di quante ne erano in Valenza, e che non aveva né padre né madre che lo devessero di questo suo parentado che far voleva, sgridare. Stimolavalo poi il grande amore che a Violante portava e gli persuadeva a deverlo fare, perciò che altro non ci è in questo