Pagina:Bandello - Le Novelle, vol. 2, 1928 - BEIC 1972415.djvu/272

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parola essendo a si fiero spettacolo fuor di sé non disse, come un agnello svenò e lasciò voltarsi nel sangue del fratello e suo. Dopo cotanta sceleraggine il fiero e piú che neroniano castellano fece domandar i primi e piú riputati uomini di Nocera, ai quali dinanzi la porta de la ròcca congregati egli che su le mura tra i merli era, cominciò a parlare ed essortargli a volersi metter in libertá, dicendo loro che il tempo oportuno era giunto che si potevano, volendo, liberare da la tirannia dei Trinci, perché egli aveva Niccolò e Cesare imprigionati, i quali intendeva indi a poco far morire a ciò che la sua patria liberasse. Non parve al ribaldo manifestare che i dui fratelli fossero morti se prima non spiava e conosceva le menti dei nocerini. Quando i ragunati intesero che dui dei loro signori erano incarcerati, udendo si fatto tradimento tutti ad una voce agramente il ripigliarono, e poi con buone parole il pregarono che di cotanto errore quanto commesso aveva, pentito, lasciasse liberi i lor

signori dai quali si tenevano giustamente ed umanamente

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governati ; che se questo egli faceva, talmente opererebbero appo essi signori che gli impetrarebbero del grave commesso fallo perdono. L’assicurarono poi che essi ed il popolo simigliantemente non permetterebbero mai che i lor signori fossero si villanamente morti, e che subito del tutto avvertirebbero Corrado ché in aita dei fratelli ne venisse. Gli dissero altresi che Braccio per modo veruno non comportarebbe che suo cognato che era il duca di Camerino stesse in prigione; e molte altre cose gli misero innnazi. Lo scelerato castellano veggendo che la cittá non era per liberarsi, rispose ai cittadini che fra il termine di tre o quattro ore darebbe loro risoluta risposta, e che in questo mezzo voleva meglio pensar sul fatto. Licenziati i cittadini, subito chiamò a sé dui giovini dei quali molto si confidava, e diede loro tutti i suoi danari e gemme che aveva, pregandogli a partirsi subito e trovar un luogo fuor de la giurisdizione dei tiranni ove poi potesse mandar i figliuoli. Montarono a cavallo i dui compagni ed usciron per la porta del soccorso, e s’accordarono come furono fuori che era meglio romper la fede a l’ infedel castellano che essere rubelli