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Pagina:Bandello - Le Novelle, vol. 2, 1928 - BEIC 1972415.djvu/277

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ordinarono a ciò che apparisse che le persone vclontariamente la morte si davano. Il perché tutto il di uomini e donne assai molto arditamente e con lieto viso andavano a la morte, come un altro sarebbe ito a nozze. Ora avvenne che il magno Pompeo navigando per l’Egeo capitò a Idrusa. Quivi di nave uscito, intese dai paesani l’usanza che ne l’ isola si manteneva e come quell’ istesso giorno deveva una venerabil madrona che sempre onoratamente era vivuta, avendo giá ottenuta licenzia dal magistrato, avvelenarsi. Restò Pompeo senza fine pieno d’ammirazione, parendogli assai strano che cosi di leggero devesse volontariamente una persona ber il veleno, onde comandò che la predetta madrona gli fosse menata dinanzi, essendogli da tutti stato detto che a ciascun, grande e picciolo, dispiaceva la morte di cosi vertuosa donna. Come fu venuta la donna, poi che Pompeo ebbe da lei risolutamente inteso com’ella era deliberata di non piú voler vivere, si sforzò egli con quelle piú efficaci persuasioni che seppe, essortarla che non si volesse avvelenare, ma tanto che era sana, ricca e ben veduta dai grandi e dai piccioli del suo popolo, attender a vivere e rimaner in questo mondo fin che naturalmente venisse il tempo del morire. Ma tanto non seppe egli dire né cosi efficacemente persuaderla che dal suo fiero proponimento la potesse rimover giá mai. E perseverando pur Pompeo con nuove e valevoli ragioni per indurla a vivere, ella poi che assai e pazientemente ascoltato l’ebbe, in questa maniera con chiara voce ed allegro sembiante gli rispose : — Tu sei, magno Pompeo, grandemente errato se forse ti persuadi che io senza considerazione grandissima e molto maturo conseglio a far questo ultimo fine mi sia mossa. Io so, e di questo non ho dubio alcuno, che naturalmente ciascuno appetisce la prolungazione de la vita e per il contrario aborre il morire come distruttivo del vivere. E su questo io ci ho piú e piú volte pensato e fatti tutti quei discorsi che cotal caso ricerca. E tra le molte considerazioni che meco pensando assai sovente ne l’animo mio ho discorse, mi s’ è rappresentata l’ instabil e volubil fortuna la cui raggirata ruota si va di continovo rivolgendo ne mai ferma un tenore dura. Si vede tutto il di che ella essalta e leva uno

M. Bandello, Novelle - n.

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