Pagina:Bandello - Le Novelle, vol. 2, 1928 - BEIC 1972415.djvu/43

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e che erano troppo domestichi insieme, e piú volte anco con il garzonaccio ne gridò assai volte. Queste parole venivano tutte da la sua moglie la quale, perché amava il barbiero, temeva che la compagna che era di lei assai piú bella, piú giovane e piú gentile, non le levasse l’oglio di su la fava. Ma ella s’ ingannava di gran lunga, perché colei che era gentilissima, nobile e d’animo generoso, non averebbe per via d’amore mostro le punte de le sue scarpette a quel baccalaro. Or lasciando oggimai da banda questi fecciosi ed insopportabili modi gandineschi, vegniamo a dire alcune solennissime pazzie che il bergamasco ha fatto, per le quali

10 a nomarlo mi mossi quando monsignor Chieregato narrava i rozzi costumi degl’indiani nuovamente dai portoghesi trovati. Dico adunque che essendo la signora Clarice in Milano, che Zanina infermò, afflitta da alcuni dolori che communemente sogliono venir innanzi al partorire de le donne. Ella era gravida, ma non si credeva ancora che la creatura fosse al tempo del nascere e si dubitava pur assai che non disperdesse, del che Gandino dava del capo nel muro. È costume che in simil casi le commari che levano la creatura nel nascere sono quelle che con i lor ogli e polvere ed altri rimedi provedano a simili dolori. Il che non sodisfacendo a Gandino, entrò in un farnetico che non gli piacendo medico alcuno di quelli di Milano, ove ne sono pur assai ed eccellenti, volle per ogni modo che si mandasse a Cremona per maestro Girolamo Carenzone, del quale poco fa vi parlai. Onde tanto fece e disse e tanto fu importuno che a mezza notte la signora a suo mal grado mandò per lui in grandissima fretta un messo a posta. Volle la sorte che il messo lo ritrovò a Maregnano, ché egli per suoi affari veniva a Milano. Come fu giunto,

11 Carenzone andò di lungo a dismontare in casa la signora Clarice, e intendendo la cagione per la quale era chiamato, disse a la signora : — Per mia fede, questo nostro facchino bergamasco è un gran bestione e il piú indiscreto uomo che mai conoscessi. — In questo arrivò Gandino e, volesse il Carenzone o no, fu bisogno che egli, con gli usatti in gamba e con gli speroni e zaccheroso dal fango, se n’andasse a visitar l’ inferma. Come egli fu entrato in camera e la inferma ebbe domandata di quanto era mestieri.