Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1910, I.djvu/14

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novella i 11

e giovani valorosi e di cor animoso. Ordinarono costoro ciò che bisogno era per dare effetto a tanto omicidio, e cominciarono a spiar tutti gli andamenti del cavaliere, per veder se a l’improviso coglier lo potevano, a ciò che non scappasse lor de le mani. E poi che diligentemente il tutto ebbero spiato, non volendo piú tardare a dar essecuzione al fatto, essendo la settimana santa, deliberarono che il giorno di Pasqua di Resurrezione si devesse col sangue del cavalier consacrare. Cosí la matina de la Pasqua i congiurati, essendosi la precedente notte posti in aguato ne le case degli Amidei, situate tra il Ponte vecchio e Santo Stefano, se ne stavano in ordine, attendendo che messer Buondelmonte, secondo che era consueto, dinanzi a quelle case passasse, perciò che notato avevano che il piú de le volte quella strada frequentava. Il cavaliere, che forse pensava esser cosí facil cosa lo smenticarsi una ingiuria come rinunziare ad un parentado, non pensando gli Amidei di ciò che loro offeso aveva curarsi, assai a buon'ora il matino de la Pasqua, essendo montato a cavallo suso un bellissimo palafreno bianco, passò dinanzi a le giá dette case, per andar di lá dal fiume. Quivi dai congiurati fu assalito, e per molte ferite a piè del ponte, sotto una statua che v'era di Marte, gettato da cavallo e crudelissimamente ucciso. Questo omicidio, sendo commesso in persona cosí notabile, fu cagione che Firenze tutta si divise, levandosi quello istesso dí a romore. Onde una parte si pose a seguitar gli Uberti, che ne la cittá e fori nel contado erano potentissimi, e l’altra parte s'accostò ai Buondelmonti, di maniera che tutta la cittá era in arme. Ora perché queste famiglie erano forti di palazzi e di torri e d'uomini, guerreggiarono lungo tempo insieme, seguendo d'amendue le parti di molte morti. Ultimamente gli Uberti con il favor di Federigo secondo, re di Napoli e imperadore, cacciarono fuori di Firenze i Buondelmonti. E alora si divise la cittá in due fazioni come giá era tutta Italia, cioè in Ghibellini e Guelfi, che fu l'ultima rovina di molte famiglie nobilissime, di modo che dopoi le discordie e le sètte tra le parti, e tra li nobili ed il popolo e tra popolani grandi ed il popol minuto fecero varie