Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1910, I.djvu/252

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novella xix 249

la nipote, che morta credeva, fece quanto ella ricercava e scrisse a Marco Antonio, che per suo utile e beneficio grandissimo se n’andasse vestito da peregrino a Roma e facesse capo al monastero. Erano le lettere molto calde ed efficaci, e sapeva Marco Antonio che chi gli scrisse era donna d’ottimo nome. Il perché in lei avendo grandissima fede, la cui prudenza ed autoritá in molte cose di momento aveva esperimentata, deliberò uscir dal vergognoso ufficio che faceva e piantar la catalana e ridurre Cornelia a Roma. Avuto adunque modo due e tre fiate di parlar seco, tanto le seppe dire, che ancor ella, bramosa d'uscir di tanti stenti, si dispose di andar con lui a Roma. Faustina, che tutto il dí gli aveva gli occhi a dosso e sapeva la trama che ordiva, fingeva di non avvedersi di cosa che egli facesse. E cosí Marco Antonio, fatti far panni per sé e per Cornelia da romei, un dí con lei si partí e, smarrito de le fortune di mare, andò per terra per la riviera di Levanto e poi per Toscana fin a Roma. Faustina quel dí medesimo, suso un bergantino che a Roma andava montata, pervenne di piú di dieci giorni a Roma prima che Marco Antonio e andò in abito sconosciuto a trovar la zia badessa, da la quale fu amorevolmente ricevuta ed in camera de la badessa menata. Ivi, communicata la cosa a due de le piú antiche madri del monastero, fecero sí che in dui o tre dí le monache s’accorsero che la madre aveva gente in cella. E per questo essendo gran mormorazione nel monastero, la badessa fece sonar a capitolo, e tutte le suore quivi ragunate, cosí disse loro: — Figliuole mie care, a l’orecchie mi è venuto che molte di voi pensano che io abbia in cella qualche uomo. Sono pur omai tanti anni che mi conoscete, e la mia vita a tutte è sempre stata sí aperta, che bisogno non era che nessuna mal di me sospettasse; tuttavia piacemi che voi siate zelatrici de l’onor di questo santo collegio. Che nostro Signor Iddio vi benedica e vi dia la sua santa grazia. Ora che io non posso né debbo piú celarvi la persona che ne la mia cella ho tanti giorni nascosta, voglio che ella sia a tutte manifesta, ma sotto pena d’ubidienza non voglio che a secolari si riveli. — Poi rivolta a le due monache vecchie le diede la chiave de la camera e sí le disse: — Madri mie, andate a la