Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1910, I.djvu/258

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novella xx 255

amico de la casa. Andò Galeazzo molto in ordine di vestimenti e di servidori, e giunto a Venezia e fatto capo a l’amico paterno, fu lietamente visto, ed andarono di brigata a ritrovar il gentiluomo veneziano, al quale si diede Galeazzo a conoscere e gli disse la cagione del suo venire. Questo sentendo, il veneziano gli disse: — Figliuol mio caro, tu sia il ben venuto. Egli è il vero che io, dando fine a tutti i conti, resto debitor de la somma che tu dici, come deve aver calculato il vostro fattore. E se piú tosto non ho sodisfatto almeno per lettere, è che non sono ancora tre dí che io arrivai qui con le galee di Soria. Ora io son presto a sodisfarti, ma converrá che tu aspetti otto o dieci dí, ch’io vada a Padova, ove ho mia moglie e tutta la famiglia. — Galeazzo disse che volentieri aspettarebbe e che in quel tempo anderia veggendo Venezia, e cosí fece. Andarono poi di compagnia a Padova, e fu bisogno che Galeazzo andasse ad albergare col veneziano. Egli con un sol paggio vi andò, mandando gli altri a l’osteria. Il veneziano, che altre volte era stato molti dí in Lombardia in casa del padre di Galeazzo ed era stato benissimo trattato, onorò molto il giovinetto. Aveva esso veneziano una bella figliuola di quindeci anni, la quale da Galeazzo tutto il dí vista fu cagione che il giovine di lei ardentissimamente s’accese, non avendo per innanzi mai provato che cosa fosse amore. Ella de l'amor di lui avvedutasi, piacendole il giovine, non ischivò punto il colpo amoroso; anzi di lui senza fine s'innamorò, e tanto andò la bisogna che, una e due volte avuta la commoditá di parlarsi, diedero ordine a quanto intenderete. Deveva il padre di lei fra tre dí dar tutti i danari a Galeazzo e seco a Venezia tornarsene, ove gli conveniva star qualche tempo. Ella dopo la partita loro, fra dui dí, doveva fuggir di casa sotto la cura d’un fidato servidore di Galeazzo, il quale egli aveva finto mandar a la madre, ed il veneziano medesimo per lui le aveva scritto. Ma il buon servidore stette nascosto in Padova fin al tempo debito. Avuti Galeazzo i danari, insieme col gentiluomo andò a Venezia, e col suo conseglio fece rimetter tutti i danari ricevuti in Milano con lettere di cambio, e niente faceva né comprava senza lui. Ed ecco venir la nuova al