Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1910, I.djvu/346

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novella xxv 343

e fatte l’altre cose sopra dette, s’imaginò appunto la cosa come era. Il perché deliberatosi anco in questa cosa beffare il re, ebbe al desio suo la fortuna favorevole, perciò che essendo quel di stato da la giustizia morto un assassino e squartato, egli, venuta la notte, dispiccò uno dei bracci del malfattore e con quello se n’andò ove la figliuola del re stava aspettando per metter in essecuzione il comandamento fattole dal padre. Entrato dentro ed accostatosi al letto, disse a la fanciulla che era venuto a giacersi seco. Ella gli rispose che fosse il ben venuto, ma che prima osservasse ciò che nel bando del re si conteneva. Onde egli puntalmente il tutto le narrò. E volendo l’ardita fanciulla porgli a dosso le mani, lo scaltrito giovine le porse il troncato braccio de l’assassino e via se ne fuggi, lasciando quella di spavento piena e di meraviglia, per ciò che ella si pensava al ladro avere strappato il braccio. Il re, conosciuta questa altra astuzia, giudicò chi fatta l’aveva uomo di grandissimo ingegno e molto animoso e degno d’esser tenuto in prezzo. Onde fece far un publico bando, che chiunque le cose dette commesse aveva liberamente si palesasse, perché il re senza eccezione alcuna li perdonava il tutto, ed oltr’a questo gli daria tal ricompensa che si contentaria. Il giovine alora al re andato, a quello di punto in punto tutta la istoria dei suoi ladronecci narrò. Di che il re meravigliatosi ed assai commendatolo, gli diede la figliuola per moglie e il fece uno dei primi baroni d’Egitto. E cosi avviene che molti sono chiamati nobili, la cui nobiltà cominciò per commesse sceleraggini, non per opere vertuose. Cosi questo fratricida e ladrone di vil sangue nato divenne barone e signore di gentiluomini.