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PARTE PRIMA
accidenti suoi molto notabile. Il perché io che presente vi era,
avendola ben notata la scrissi e la collocai con l'altre mie. Ora
parendomi degna per il soggetto che ha, di venir ne le man
vostre, quella vi mando, la quale terrete per testimonio del mio
amore e riverenza verso voi, non sapendo io né potendo in altro
manifestarvi e lasciar testimonio al mondo quanto io sia vostro.
Parmi anco avendomi voi mandata quella vostra bellissima ele¬
gia, che io alcuna cosetta de le mie vi debbia mandare, non
per scambio, perché le mie ciancie non sono da esser parangónate
a le vostre coltissime muse, ma perché conosca ciascuno che io
sono e sempre sarò di voi ricordevole. State sano.
NOVELLA XLIV
Il marchese Niccolò lerzo da Este trovato il figliuolo con la matrigna in adulterio,
a tutti dui in un medesimo giorno fa tagliar il capo in Ferrara.
Si come è chiarissima fama per tutta Europa, fu il marchese
Niccolò terzo da Este mio avo paterno, fu, dico, singolarissimo e
magnificentissimo signore, e più volte si vide esser arbitro tra i
prencipi de l’Italia quasi ogni volta che dissensione o guerra tra
loro accadeva. E perciò che legitimo non era, fu da Azzo quarto
da Este suo carnai cugino gravemente molestato. Ma con la sua
buona fortuna e con il favore dei veneziani, fiorentini e bolo¬
gnesi avendo fatto relegare Azzo in Creta, che oggi Candia si
chiama, la signoria de la città di Ferrara gran tempo pacifica¬
mente ottenne. Prese poi egli per moglie la signora Gigliuola
figliuola del signor Francesco giovine da Carrara, che in quei
tempi signoreggiava Padova. Da questa egli ebbe un bellissimo
figliuolo senza più, che Ugo conte di Rovigo fu chiamato. Né
guari dopo il parto stette la madre di lui in vita, che da gravis¬
sima infermità oppressa passò a l'altra vita con gran dispiacere
del marchese che unicamente l’amava. Fu nodrito il conte Ugo
come a figliuolo di cosi fatto prencipe si conveniva, e in ogni
cosa che faceva secondo l’età sua era mirabile. Il marchese si
diede poi ad amare diverse femine, ed essendo giovine e paci¬
fico ne lo stato, ad altro non attendeva che a darsi piacere.